Il jihad è diventato un problema europeo: ma cos’è veramente il jihad? Il suo è un significato polivalente, ma rientra sempre nei termini di una lotta, che può essere interiore, per raggiungere una condizione religiosa perfetta, una battaglia contro se stessi e il proprio spirito per ottenere la fede pura, oppure esteriore, che si dichiara nella guerra santa, ovvero un conflitto connotato di caratteri religiosi. Contrariamente a quanto si possa pensare, jihad è un termine arabo maschile e non femminile, accezione con la quale si usa spesso nel nostro Paese.
Jihad difensivo e jihad offensivo
Jihad rappresenta una parola chiave nell’Islam, ma spesso viene utilizzato in termini difensivi: se attaccati, gli uomini musulmani sono obbligati a rispondere militarmente. Anche per questo motivo, negli ultimi tempi, il jihad è diventato uno strumento per propagandare una guerra contro un Occidente aggressivo, rientrando così nei canoni di un conflitto culturale ed economico, seppur con una forte matrice religiosa. Questo è il jihad difensivo, non sempre riconosciuto: il jihad offensivo, invece, pone il suo significato nella volontà di espandere i domini musulmani. Più che una guerra, tuttavia, jihad significa sforzo, esaltato nei termini di uno sforzo interiore, una sorta di passione religiosa per il raggiungimento della fede pura. Ma il jihad ha anche altre connotazioni che non si rivedono in una lotta armata o in una guerra santa: jihad, per diversi musulmani, può anche significare un pellegrinaggio alla Mecca – sforzo religioso – o prendersi cura dei propri familiari più anziani. C’è perfino una comunità minoritaria islamica che rifiuta il significato violenti del jihad, mettendone invece in risalto i principi non violenti, e dunque religiosi tout court.