I mondiali di calcio in corso in Brasile stanno oscurando una delle notizie più importanti degli ultimi anni, se non decenni. La riporta il quotidiano tedesco Die Welt in un articolo dal titolo espressivo: “Il Fondo Monetario Internazionale prepara nuove forme di espropriazione del risparmio“. L’articolo fa riferimento a un paper dell’istituto guidato da Christine Lagarde del 22 giugno scorso, in cui si torna sulla questione della sostenibilità dei debiti sovrani e della loro eventuale ristrutturazione. Gli analisti dell’FMI chiedono ancora una volta con insistenza che siano coinvolti nelle perdite gli investitori privati, ossia che se uno stato è eccessivamente indebitato, debba “espropriare” i risparmi privati, al fine di alleggerire il peso del debito pubblico.
Chi rischia di più?
E per l’Europa, spiega l’articolo, coloro che potrebbero essere chiamati per primi a contribuire al risanamento del debito sovrano con misure di prelievo forzoso sarebbero i detentori di assicurazioni sulla vita e di fondi pensione. La nuova parola d’ordine del Fondo Monetario è adesso “flessibilità”, che a prima vista sembra positiva, ma che implica un coinvolgimento ampio e senza remore di tutti i risparmiatori nelle perdite, siano essi creditori del settore privato (correntisti, investitori, etc.) che del settore pubblico (detentori di titoli di stato). APPROFONDISCI – Prelievo forzoso sui conti correnti, crescono i segnali. L’Europa verso il modello Cipro Questi ultimi sarebbero, poi, obbligati, anzitutto, a vedersi allungate le scadenze dei bond acquistati, similmente a quanto è accaduto in Grecia nel 2012, quando i creditori privati hanno dovuto accettare che i propri bond fossero suddivisi in 20 nuovi titoli di pari importo (dopo essere stati decurtati del 53,5% del valore nominale iniziale) di durata compresa tra gli 11 e 30 anni. Tuttavia, spiega il paper, non dovrebbe essere ridotto il valore nominale dei titoli (“haircut”), né dovrebbero essere tagliate le cedole, anche se nemmeno queste operazioni non si possono escludere.
E l’Italia?
Presupposto per mettere in atto il prelievo forzoso sarebbe per l’istituto di Washington la non sostenibilità del debito pubblico. Il problema è che il paper non fornisce alcuna definizione di sostenibilità e gli analisti di Société Générale fanno notare come il combinato tra alto grado di indebitamento, bassa crescita e bassa inflazione potrebbero rappresentare gli ingredienti perfetti per una simile definizione. Cosa significa? Che paesi come l’Italia, con un debito pubblico al 135% del pil, una crescita zero e un’inflazione anch’essa vicina allo zero non potrebbe che essere nel mirino dell’FMI e insieme ad altri paesi, come Spagna, Grecia e Portogallo, essere tra i primi a sperimentare misure di esproprio del risparmio. Attenzione: non pensiamo che siano potenzialmente in pericolo, stando al paper, solo chi ha sottoscritto direttamente polizze assicurative e quote di fondi pensione, perché per un piccolo risparmiatore è estremamente difficile sapere dove siano stati investiti i propri soldi, una volta entrati nel circuito finanziario. Il rischio, quindi, riguarda essenzialmente tutti. Per questo, l’articolo del quotidiano tedesco consiglia di non concentrarsi su titoli di stato dalle scadenze lunghe e di preferire le obbligazioni private, ossia emesse dalle società e dalle banche, in quanto il risparmiatore avrebbe, in caso di crisi, maggiori strumenti di tutela verso l’emittente, cosa quasi impedita se il debitore è lo stato. La proposta dell’FMI non è nuova, dato che già in autunno aveva invitato i governi europei alle prese con la crisi del debito a prelevare coattivamente il 10% dei risparmi privati, in modo da riportare il rapporto tra debito e pil sostanzialmente ai livelli pre-crisi.