L’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica potrebbe rappresentare un’arma in più per l’Agenzia delle entrate-riscossione ai fini del pignoramento presso terzi per cartelle scadute. Infatti, ci sono arrivate diverse segnalazioni di pignoramenti su compensi e ricavi risultanti da fatture elettroniche a disposizione dell’Agenzia delle entrate. La procedura, volendo semplificare, si basa sullo scambio di informazioni tra l’Amministrazione finanziaria e l’Agenzia delle entrate riscossione che ha inviato la cartella al debitore. Se dalle fatture elettroniche risulta un credito vantato verso terzi committenti da colui che deve pagare la cartella, l’ADER si attiva per il pignoramento.
Il committente paga il dovuto direttamente all’ADER fino a concorrenza del debito indicato nella cartella.
In poche parole, sono presi di mira soprattutto i rapporti commerciali e professionali abituali; si pensi all’avvocato che fattura costantemente ad una grossa azienda, suo cliente abituale. Laddove dai dati delle fatture elettroniche sono intercettati tali crediti commerciali l’ADER procede al loro pignoramento. L’azienda dovrà pagare direttamente l’ADER e non il professionista che ha emesso la fattura.
I pignoramenti di crediti verso terzi
I pignoramenti nell’ambito della riscossione sono disciplinati dall’art.72-bis del DPR 602/1973. Pignoramento dei crediti verso terzi.
“Salvo che per i crediti pensionistici e fermo restando quanto previsto dall’articolo 545, commi quarto, quinto e sesto, del codice di procedura civile, e dall’articolo 72-ter del presente decreto l’atto di pignoramento dei crediti del debitore verso terzi può contenere, in luogo della citazione di cui all’articolo 543, secondo comma, numero 4, dello stesso codice di procedura civile, l’ordine al terzo di pagare il credito direttamente al concessionario, fino a concorrenza del credito per cui si procede:
a) nel termine di sessanta giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento, per le somme per le quali il diritto alla percezione sia maturato anteriormente alla data di tale notifica;
b) alle rispettive scadenze, per le restanti somme.“
I pignoramenti possono riguardare stipendi, conto correnti, fitti, ecc.
Possono essere pignorati anche beni del debitore in possesso di terzi. Non è necessaria l’autorizzazione del giudice dell’esecuzione. Tuttavia, l’intervento del giudice scatta laddove il terzo pignorato o il contribuente contesti il pignoramento. Contestazione che deve essere attivata entro 20 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento.
Limiti di pignoramento
A ogni modo, il pignoramento dello stipendio è ammesso nei seguenti limiti:
- fino a 2.500 euro la quota pignorabile è un decimo;
- tra 2.500 e 5.000 euro la quota pignorabile è un settimo;
- sopra i 5.000 euro la quota pignorabile è un quinto.
Attenzione però, se la procedura riguarda il conto corrente, non può essere pignorato solo l’ultimo stipendio o salario che resta sempre disponibile per qualsiasi necessità del debitore.
Pignoramenti presso terzi con vista sulle fatture elettroniche. La nuova frontiera della riscossione
In base a quanto detto fin qui, l’ADER attenziona soprattutto stipendi e conto correnti. Grazie all’interoperabilità delle banche dati dell’anagrafe tributaria e dell’INPS l’ADER può sapere informazioni sull’esistenza di eventuali rapporti di lavoro o pensione. Nonché, grazie all’anagrafe tributaria e alla collaborazione obbligata da parte delle banche, conoscere il saldo del conto corrente del debitore.
Finora i dati delle fatture elettroniche non erano ancora entrati in gioco. Con l’entrata in vigore dell’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica, il Fisco sta iniziando ad utilizzare i dati contenuti nelle fatture per intercettare eventuali crediti verso terzi di colui che non ha pagato la cartella.
Il primo livello di controllo riguarda sempre l’esistenza di un conto corrente con saldo da pignorare. Laddove l’esito dei controlli sui conti si rilevi infruttuoso, si passano al setaccio i dati delle fatture elettroniche.
Riassumendo…
- L’ADER può pignorare stipendi, conto correnti, fitti, ecc.;
- grazie ai dati presenti in anagrafe tributaria sono passati al setaccio anche i dati delle fatture elettroniche;
- eventuali crediti risultanti dalle fatture possono essere oggetto di pignoramenti presso terzi;
- il terzo in questo caso sarebbe il committente dell’impresa o del professionista che non ha pagato la cartella ma che ha “crediti commerciali” da riscuotere.