Tra il Reddito di Cittadinanza, ed il pagamento dell’assegno unico a partire dal 2022, vediamo cosa cambia. Proprio a partire dal prossimo anno visto che la misura dell’assegno unico nel 2022 diventerà strutturale. Così come è riportato in questo articolo. In particolare, si passerà dall’attuale assegno temporaneo INPS per i figli minori all’assegno unico ed universale del 2022.

La misura strutturale sarà a favore delle famiglie non solo con i figli minori, ma anche con e per i figli maggiorenni fino al compimento del 21esimo anno di età.

E comunque nel rispetto di opportuni requisiti e condizioni per l’erogazione della misura. Quindi, Reddito di Cittadinanza e pagamento dell’assegno unico 2022.

Reddito di cittadinanza e pagamento assegno unico nel 2022. Cosa cambia dal prossimo anno

Nel dettaglio, su Reddito di Cittadinanza e pagamento assegno unico nel 2022, nulla cambierà per l’accredito proprio a partire dal prossimo anno. In quanto i percettori di RdC riceveranno con il pagamento d’ufficio, da parte dell’INPS, pure l’assegno unico con accredito sempre sulla carta PostePay. Ovverosia, in linea con quanto già avvenuto dal luglio scorso. E fino al 31 dicembre del 2021 quando la misura temporanea dell’assegno unico andrà a scadenza naturale.

Come per l’assegno temporaneo INPS figli minori, inoltre, pure per il 2022 l’assegno unico ai percettori del sussidio non sarà riconosciuto nella misura piena. Ma sarà decurtato. In ragione della quota del reddito di cittadinanza che è destinata ai figli. Tra Reddito di Cittadinanza e pagamento assegno unico 2022.

Cosa cambia dal prossimo anno per l’assegno unico che diventerà strutturale

Per il Reddito di Cittadinanza e pagamento assegno unico nel 2022 il cambiamento sostanziale sarà rappresentato dalla platea dei potenziali beneficiari. Visto che, come sopra accennato, la misura sarà accessibile pure ai figli fino a 21 anni.

Sul reddito di Cittadinanza e pagamento assegno unico nel 2022, inoltre, dal prossimo anno la misura strutturale sarà accessibile pure agli extracomunitari.

Ma a patto che, anche se non continuativi, abbiano maturato in Italia almeno due anni di residenza. Oltre alla richiesta di attestazione del permesso di lavoro. O del permesso di soggiorno.