La Compagnia delle Opere, nel caso De Magistris

Zen lento

Forumer attivo
Questa storia di De Magistris/ Mastella e' un po' limitata per come ci viene raccontata.

In realta' i soggetti principali , tra quelli indagati con piu' attenzione ci sono alcuni rappresentanti della della Compagnia delle Opere.
Ai piu' la Compagnia delle Opere (CDO) e' sconosciuta. In Lombardia no, perche' e' la vecchia confraternita di Comunione e Liberazione che ha nel governatore della Lombardia , Roberto Formigoni (CDL), il suo piu' importante esponente politico.
La Confraternita in realta' e' diffusa in tutto il paese e anche all'estero. Associa quasi 35 mila imprese piccole e medie con uno suo network di servizi. Comunione e Liberzione e' vista malissimo dalla Lega Nord, per motivi ideologici e per base associativa. Governanoassieme in Regione, ma gli sgarbi sono quotidiani. Molti degli sgarbi riguardano proprio gli appalti di vario genere e la politica della sussidiarieta', argomento centrale dei ciellini.

Si sa ben poco della CDO, ma ormai e' un gigante economico e sta anche in Calabria. Il lavoro della compagnia e' sottotraccia, ma non per questo e' meno importante, diffuso, lucrativo, ideologicamente orientato. Si dice ci siano circa 500.ooo affiliati, uniti saldamente dall'operosita', dall'esser cattolici impegnati, molti anche gli imprenditori, i professionisti e dicrete le partecipazioni azionarie.
Moltissime le convenzioni con gli enti locali. Un potere diffuso e saldamente intrecciato con le provvidenze pubbliche.

Un link vecchio
http://lists.peacelink.it/lavoro/msg00177.html

Di fatto la CDO e' il braccio economico imprenditoriale di Comunione e Liberazione nel settore profit e no profit. Tuttavia se ne sa nulla, come si trattasse quasi di una setta, il che ovviamente non e'.
E' una lobby di profilo basso, ma profondamente diffusa anche nelle maglie del potere politico ed economico , a cui la Cdo guarda con pratica utilita'. Agisce senza il furore dei media tanto da apparire una loggia massonica, che e' esattamente l'accusa mossa a Mastella nell'inchiesta.

In Calabria, nel centro del mirino di De Magistris, sono caduti proprio dei rappresentanti della CDO, ma la cosa e' detta e riportata dai giornali quasi di passaggio, essendone invece un fastidioso e problematico nodo.
Un buon riassunto sugli indagati e sulla inchiesta sta qui, dove appare quanto la CDO sia apparentemente coinvolta fin dal suo ideologo e presidente Giorgio Vittadini e sopratutto Antonio Saladino ex presidente della CDO in Calabria , indagati nella inchiesta "Why Not" (dal nome di una societa' di lavoro interinale) ora avocata dalla Procura e tolta per incompatibilita' a De Magistris.
http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=2286

La questione non e' chiusa, difficile dire se la CDO rimarra' totalmente fuori dall'inchiesta e non ne verra' scalfita. Per ora non se ne parla, ma il principale indagato (Saladino) ne e' stato un rappresentante non secondario. Prima o poi la questione verra' riconsiderata vista la forza dell'affiliazione che unisce gli iscritti alla Compagnia e i numerosi legami con la politica a cui non pare subordinata ideologicamente. Del resto questo e' sempre stato un tratto di don Giussani, fin dalla dondazione dellapolitica editoriale della Jacka Book.
Sul lobbismo della CDO, invece, credo ci sia ben poco da dire; qua e la' si affaccia l'idea di una fregata leggera di una flotta piu' ampia, quasi una versione in salsa italiana della Opus Dei. Difficile dire.


Sito Ufficiale CDO
www.cdo.it

Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Compagnia_delle_Opere

Una versione "ufficiale" CDO del caso Calabria
www.cdo.it/Home/TUTTELENOTIZIE/Giugno2007/CDOecasoCalabria/tabid/306/Default.aspx
 
VOLANTE 1 ha scritto:
Non ho capito esattamente quali sarebbero i reati ipotizzati per Mastella e Prodi.
Mi potresti chiarire ?

Per mastella al momento non si sa, l'avviso sembra non esserci. Si parla di una sua partecipazione semimassonica in una societa' di San marino. Per Prodi si disse di un numero di un suo cellulare apparso nell'agenda di Saladino se non erro.

In effetti si vocifera molto , ma ancora poco si sa.
 
Zen lento ha scritto:
Per mastella al momento non si sa, l'avviso sembra non esserci. Si parla di una sua partecipazione semimassonica in una societa' di San marino. Per Prodi si disse di un numero di un suo cellulare apparso nell'agenda di Saladino se non erro.

In effetti si vocifera molto , ma ancora poco si sa.


Mi scuso Volante, ho letto solo ora. Risulterebbe (ma sempre siamo al si dice) questo :

Si è appreso inoltre che tra i reati ipotizzati nei confronti del ministro della Giustizia non figura la violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. I reati ipotizzati nei confronti di Mastella, invece, sarebbero finanziamento illecito al partito, truffa e abuso d'ufficio

fonte Corriere della sera
 
Zen lento ha scritto:
Mi scuso Volante, ho letto solo ora. Risulterebbe (ma sempre siamo al si dice) questo :

Si è appreso inoltre che tra i reati ipotizzati nei confronti del ministro della Giustizia non figura la violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. I reati ipotizzati nei confronti di Mastella, invece, sarebbero finanziamento illecito al partito, truffa e abuso d'ufficio

fonte Corriere della sera

Grazie per la risposta. Per noi cittadini è difficile capire dove sta la verità, bombardati come siamo da notizie incontrollate. Certo, dovessi scegliere tra Mastella e De Magistris, non avrei molti dubbi ... :cool:
 
Zen, se ti interessa è collegato riservatamente alla CDO il "boss mafioso" di Catania, l'on. Raffaele Lombardo, presidente della Provincia.
 
Alla Compagnia delle Opere hanno i nervi scoperti e anche in CL

In Comunione e Liberazione c'è un livello a cui partecipano membri illustri. E' la Pia associazione Memores Domini con doppia blindatura su internet. Una confraternita di preghiera molto esclusiva, come un po' tutta CL.
Tra i membri dell'associazione di CL c'e' Simone Luerti eletto nel 2007 ai vertici dell'Associazione Nazionale Magistrati, poiche' la sua corrente (unicost) è ucita veincitrice dalle urne.

Qualcuno mormora, perche' Luerti conosceva Saladino, l'ex presidente della Compagnia delle Opere calabre, indagato nell'inchiesta Why Not dal magistrato De Magistris. Ci vedeva un certo conflitto di interessi.
Luerti smentisce asserendo che si trattava di cosa vecchiotta , risalente ad una decina di anni prima.

Ma le cose si mettono storte, qualcuno trova che dieci anni prima è uno sproposito. In realta' Luerti, Saladino,Boscoletto e Ferlini (numero due della CDO) si trovarono in un bar per recarsi poi dal ministro Mastella il 25 ottobre 2006.
L'inchiesta Why Not ufficialmente pari' nel giugno 2007, la cronologia della gestazione dell'inchiesta non è al momento certa.

Morale, in data odierna il Presidente dell' ANM si è dimesso per evitare che la stampa avviasse ulteriori speculazioni che danneggiassero l'ANM.
Un parziale scacco per la CDO e sopratutto per CL, che già si è vista negare la promozione al Parlamento di Formigoni presidente della Regione Lombardia, bloccato a presidiare il Pirellone a seguito dell'avanzata poderosa della Lega Lombarda.
CL e Lega sono stati sempre in pessimi rapporti, come separati in Casa.

Nel complesso comunque una decisione limpida. L'idea che un magistrato mentisse su questioni così delicate e controverse poteva avere effetti destabilizzanti.


Memores domini su Wikiedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Fraternità_di_Comunione_e_Liberazione

sito Memores Domini
www.fraternita.comunioneliberazione.org/

articolo sulla nomina luerti in ANM
www.repubblica.it/2007/11/sezioni/p...tratura-associata/magistratura-associata.html

Travaglio su rapporti Luerti e Saladino
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Nel-segno-del-Saladino/2025294

Le dimissioni di Luerti dalla ANM
www.repubblica.it/2008/05/sezioni/c...ca-3/anm-laerti-lascia/anm-laerti-lascia.html
 
Caccia al tesoro di Cl A giudizio due membri del gruppo di Formigoni.
Hanno mentito su "Memalfa", la cassaforte segreta
Di Gianni Barbacetto


Caccia al tesoro di Cl A giudizio due membri del gruppo di Formigoni. Hanno mentito su "Memalfa", la cassaforte segreta Gli uomini del nucleo d’acciaio di Comunione e Liberazione, i Memores Domini, fanno voto d’obbedienza, castità e povertà. Ma due di loro andranno a giudizio per aver mentito sui soldi che maneggiavano. Sono Alberto Perego e Alberto Villa, appartenenti al medesimo gruppo di cui fa parte Roberto Formigoni, il più noto dei Memores Domini. Gli ingredienti di questa complicata storia da “Codice Da Vinci” sono contratti petroliferi e tangenti internazionali, società di diritto irlandese e una misteriosa fondazione di Vaduz, una barca a vela (“Obelix”) usata da Formigoni e amici, conti svizzeri cifrati e soldi in contanti stipati in una scatola nascosta sotto il letto. Perego e Villa dovranno presentarsi davanti ai giudici della settima sezione del Tribunale di Milano – l’udienza è stata fissata per il 22 novembre – per rispondere dell’accusa di aver fatto “dichiarazioni mendaci” al pm che li stava interrogando come persone informate sui fatti nell’ambito dell’inchiesta Oil for food. Hanno mentito, secondo la procura di Milano, sui soldi dei Memores Domini, il supergruppo di Cl. Per questo il processo che inizierà in autunno sarà l’occasione per capire qualcosa di più delle misteriosissime e segretissime strutture finanziarie manovrate dai confratelli di Formigoni.

Tutto parte dallo scandalo internazionale Oil for food. Un’indagine americana scopre che durante l’embargo all’Iraq, Saddam Hussein, all’ombra del programma Onu che permetteva di scambiare petrolio con cibo e medicine, assegnava contratti petroliferi a prezzi di favore in cambio di robuste mazzette impiegate per sostenere il regime (e poi, dopo l’invasione Usa, per finanziare la guerriglia e il terrorismo). La costola italiana dell’indagine Oil for food è stata portata a termine dal pm Alfredo Robledo e da una squadretta di investigatori che hanno avuto elogi ed encomi internazionali e hanno incassato le prime condanne al mondo per questo scandalo internazionale. Il personaggio che ha avuto le più massicce assegnazioni petrolifere fatte a soggetti italiani (ben 24,5 milioni di barili) è Roberto Formigoni, forte della sua amicizia con il cristiano Tareq Aziz, allora braccio destro di Saddam. Le forniture di petrolio sono gestite da aziende suggerite dal governatore, come la Cogep della famiglia Catanese (tra i fondatori della Compagnia delle Opere) che in cambio, secondo l’accusa, paga tangenti per 942 mila dollari in Iraq e 700 mila a mediatori italiani. Per questa vicenda è stato condannato in primo grado e in appello, ma poi salvato dalla prescrizione, anche Marco Giulio Mazarino De Petro, amico e collaboratore di Formigoni, nonché intermediario con l’Iraq. Nella sua indagine, Robledo solleva il velo sul “Codice De Petro”, le attività finanziarie dei Memores Domini, che ruotano attorno a tre società estere chiamate Candonly e a una fondazione di Vaduz di nome Memalfa.

Gli uomini che le manovrano sono, oltre a De Petro, tutti Memores del gruppo di Formigoni: Alberto Perego, Alberto Villa, Fabrizio Rota, Mario Villa, Mario Saporiti. Perego, commercialista nato a Brugherio, è stato anche l’organizzatore e il tesoriere di una campagna elettorale di Formigoni. La prima Candonly Ltd nasce nel 1991 a Dublino. “Mandante Sig. Alberto Perego”, dice un memo riservato interno della fiduciaria svizzera Fidinam. Nel 1995 (anno in cui Roberto Formigoni viene eletto per la prima volta presidente della Regione Lombardia), a spartire a metà con Perego il controllo di Candonly arriva il segretario di Formigoni, Fabrizio Rota e subito nei conti della società cominciano ad affluire i soldi (829 mila dollari) di Alenia, gruppo Finmeccanica, interessata agli appalti nell’Iraq di Saddam.

Nel 1997, Candonly passa nelle mani di De Petro. Parte il business petrolifero: la piccola Cogep “ringrazia” Formigoni versando a Candonly oltre 700 mila dollari. Come li giustifica De Petro? “Sono il compenso per la mia consulenza”. Tre paginette dalla sintassi difficile in cui strologa di un “accordo petroil for food”. La Candonly nel 1999 rinasce a Londra, nel 2001 in Olanda. Ma continuano ad affluire i soldi di Alenia e della Cogep. Arrivano anche misteriosissimi soldi da Cuba e dall’Angola, oltre a 50 mila euro dall’italiana Agusta. Il denaro entrato nelle Candonly va in parte su un conto cifrato presso l’Ubs di Chiasso intestato a De Petro; in parte finisce sul conto “Paiolo” presso la Bsi di Chiasso; il resto affluisce su un paio di conti della banca Falck & Cie di Lucerna e di Chiasso, intestati alla Fondazione Memalfa. E qui siamo al cuore del “Codice De Petro”, al sancta sanctorum dei Memores Domini. Memalfa nasce nel 1992 a Vaduz, in Liechtenstein. Beneficiari economici: Alberto Perego e Fabrizio Rota. Che si tratti di uno strumento finanziario dei Memores è dimostrato dallo statuto: prevede che alla morte di uno dei due beneficiari il patrimonio venga assegnato interamente all’altro e, alla morte di entrambi, alla Associazione Memores di Massagno, la filiale svizzera dell’associazione.

Sui conti Memalfa di Lucerna e di Chiasso entrano i soldi affluiti alla Candonly. In uscita, Memalfa bonifica denaro al conto “Paiolo” di Chiasso e, dopo il 1997, a un altro conto acceso presso la Bsi di Zurigo. Il beneficiario è sempre Alberto Perego. Lui nega, e per questo sarà processato. Dei Memores è anche la barca usata da Formigoni, “Obelix”, 15 metri. Pagata 670 milioni di lire, 470 dichiarati e 200 in nero. Versati in parte da Formigoni in assegni, in parte in contanti e assegni da De Petro e dai Memores. Tra cui Alberto Villa, che versa 10 mila euro (benché non risulti tra i proprietari della barca). Memalfa, la sofisticata cassa comune offshore dei Memores Domini, è stata chiusa nel 2001. I suoi fondi sono finiti sul conto “Paiolo” di Perego.
 

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