Cosa significa che i permessi Legge 104 sono mensili e non su base oraria? Come canta Jovanotti con il brano Gente della notte: “Ci si conosce tutti come in un paese, sempre le stesse facce mese dopo mese. E il giorno cambia leggi e cambia governi e passano le estati e passano gli inverni“.
Il tempo scorrere inesorabilmente e tanti sono i cambiamenti con cui ognuno di noi deve fare i conti. Sia nella sfera privata che in quella professionale, d’altronde, le cose non restano immutate.
Lo sa bene ogni cittadino che si ritrova alle prese con le varie modifiche legislative, a causa delle quali spesso risulta davvero molto difficile riuscire ad accedere a tutte le agevolazioni a cui si ha diritto. Tra queste si annoverano ad esempio i permessi Legge 104 che possono essere richiesti dai lavoratori che prestano assistenza ad un parente non autosufficiente. Quest’ultimi sono pari a tre giorni di permesso retribuiti al mese che possono essere frazionati anche ad ore.
Ma le ore in cui si presta assistenza a un parente non autosufficiente devono corrispondere con le ore di lavoro? A fornire una risposta in merito ci ha pensato di recente la Corte di Cassazione. Ecco cosa è successo.
La sentenza della Corte di Cassazione
La Corte d’Appello di Palermo ha ribaltato la sentenza di primo grado dichiarando legittimo il licenziamento di un lavoratore. La società datrice di lavoro aveva preso tale decisione in seguito ad un controllo a campione sulla fruizione dei permessi legge 104 da parte propri lavoratori, grazie a cui era emerso che un dipendente non avesse prestato assistenza al famigliare non autosufficiente nella fascia oraria che in genere è adibita allo svolgimento dell’attività lavorativa. Il lavoratore ha quindi deciso di fare ricorso alla Cassazione che ha dato ragione a quest’ultimo.
“Il permesso ex lege 104 non obbliga il lavoratore a fornire assistenza al parente in un certo orario rigido, come chiarisce la Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 26514/2024. Non può essere il datore di lavoro a stabilire le giornate in cui il dipendente è tenuto ad occuparsi del familiare disabile. Il lavoratore, infatti, può scegliere di prestare assistenza in altro orario della giornata senza commettere un errore che giustifichi il licenziamento”.
104: che significa che i permessi sono mensili e non su base oraria
Secondo la Cassazione, nel caso preso in esame, la Corte di merito aveva preso la sua decisione tenendo conto della mancata assistenza in orario mattutino, ovvero quello corrispondente ai turni di lavoro del lavoratore interessato. Il tutto senza tener conto del fatto che l’assistenza può può essere prestata nell’arco della giornata. A tal proposito la Cassazione ha sottolineato come i permessi Legge 104 sono definiti come permessi giornalieri su base mensile e non su base oraria. Ne consegue che il dipendente può assistere la persona in qualsiasi momento della giornata e non necessariamente negli orari coincidenti con il turno di lavoro. L’importante è che il lavoratore garantisca alla persona disabile il sostegno di cui ha bisogno.
Se un lavoratore, ad esempio, richiede il permesso per andare al mare, senza prendersi cura del parente disabile, è considerato un abuso e pertanto può essere licenziato per giusta causa. Ma non solo, può essere anche denunciato per truffa aggravata nei confronti dello Stato, poiché beneficia un diritto senza tuttavia rispettare i doveri richiesti. Ci sono però delle eccezioni. Se la giornata è organizzata per accompagnare la persona disabile al mare o a scopo terapeutico, infatti, si continua ad assistere il parente con disabilità e di conseguenza non è commesso alcun illecito.