L’aumento continuo dei costi delle materie prime e della manodopera, la difficoltà nel reperire queste risorse (accentuata ultimamente anche dal conflitto bellico tra Russia e Ucraina), stanno mettendo in ginocchio anche il settore edilizio. Molte imprese non riescono, per questo motivo, a rispettare il termine dei lavori pattuito con i committenti. Ciò si ripercuote anche su questi ultimi, ed in particolare sulla possibilità di godere dei bonus casa.
Su tutti ci riferiamo al bonus 110. Infatti, qui per aver diritto a questa agevolazione fiscale è previsto che i lavori debbano essere terminati entro una certa data o che, comunque, entro una certa data siano completato almeno una certa percentuale di SAL (30%).
In che modo può tutelarsi il committente nel caso in cui l’impresa non finisca i lavori nel termine pattuito?
Le penali per il bonus 110
Un primo passo, che il committente, potrebbe fare laddove si accorga che la ditta cui si è affidato, per eseguire i lavori ammessi al bonus 110, non riesca a rispettare i tempi di ultimazione, è quello di sostituire l’impresa stessa.
In tale ipotesi, tuttavia, è sempre necessario procedere con una variazione della CILAS (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata Superbonus), in cui dovrà indicarsi la nuova impresa affidataria.
Altra strada percorribile è quella di far leva su eventuali penali incluse nel contratto di affidamento dei lavori. Penali che scattano, appunto, in genere nel caso in cui la ditta non rispetti i tempi di lavoro pattuiti recando un danno al committente.
Si consiglia, dunque, sempre di far inserire queste clausole all’interno dei contratti di appalto in modo tale da avere maggior tutela e ricevere un risarcimento per il danno subito (come quello della perdita del bonus 110).
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