Nell’ultimo periodo in molti, da diversi fronti, stanno prendendo le distanze dal 110, presentando il conto dei danni economici fatti dal Superbonus.
Ci sono degli impatti negativi della misura innegabili che stanno spingendo Governo e Regioni ad intervenire per limitare i danni. Ci riferiamo più nello specifico alla cessione del credito, con molte pratiche rimaste incagliate e relativi cantieri bloccati.
Il 110? Ha fatto anche del bene!
“Ha fatto anche del bene”, con questa frase storicamente qualcuno ha giustificato anche le pagine più nere.
Ci si sta muovendo invece in una direzione ben più drastica, la cancellazione tout court. Una mossa giustificata dai numeri? Non proprio.
Fare un’analisi oggettiva del 110 implica considerare entrambe le prospettive.
Gli studi che promuovono il 110
Secondo una ricerca realizzata dalla Luiss Business School e Openeconomics nel 2021, sebbene nel breve periodo il Superbonus poteva avere un impatto negativo quantificato in ben 811 milioni di euro di deficit pubblico, questo risultato sarebbe stato compensato da effetti positivi in un arco temporale più ampio.
Anche il più recente “110 Monitor” sembra in parte confermare questa fiducia alla misura. Il documento compilato da Nomisma ha quantificato l’impatto complessivo del Superbonus sull’economia italiana in 195,2 miliardi di euro. I tecnici hanno infatti evidenziato come la perdita per le casse erariali sia stata in realtà in gran parte compensata dalla spinta al PIL e da altri benefici nel lungo termine sia economici che occupazionali.
Superbonus nel 2024: proroga con modifiche
La prospettiva che molte ditte edili e addetti del settore suggeriscono è quella di tenere conto anche degli aspetti benefici del 110. Ricordando peraltro che il Superbonus con detrazione in dieci anni esiste anche indipendentemente dagli strumenti di cessione del credito e di sconto in fattura.