Il Report Enea aggiornato a maggio 2023 conferma un forte calo degli investimenti nel 110. Senza cessione il Superbonus perde appeal. E non è, come nelle intenzioni del Governo, perché non ci sono più le truffe sul 110 ma perché sono in pochi a potersi permettere di anticipare i costi dei lavori.
Il Decreto Cessioni n.11/2023 è stato approvato nonostante il parere contrario di imprese edili e commercialisti. Questi ultimi avevano elaborato uno studio basato sui dati Istat per dimostrare che i costi del 110 per lo Stato sono nettamente inferiori all’incremento del Pil.
Il 110 senza cessione è un lusso per pochi
Il raffronto delle domande nell’arco di due mesi parla da solo. Stando ai dati Enea a marzo 2023 si viaggiava su una media di:
- 000 edifici riqualificati al mese;
- 3,7 miliardi di euro di investimenti totali al mese.
Post “Decreto blocca opzioni” le cifre a maggio sono crollate drasticamente passando a:
- poco più di 4.000 edifici riqualificati al mese;
- 2,1 miliardi di investimenti al mese.
In altre parole sono stati tagliati fuori coloro che non hanno capienza fiscale per la detrazione 110 o chi non ha accesso a prestiti (o liquidità per anticipare il costo non indifferente di certi lavori agevolati con il Superbonus).
Ignorata ad oggi la soluzione alternativa di ricorrere alle società partecipate che ogni anno versano all’erario miliardi di euro di tasse.
Riassumendo
- Dal 2021 è in atto una campagna contro le frodi del Suoperbonus che è rimasta in essere anche dopo che si è dimostrato che le truffe riguardano soprattutto altri bonus edilizi;
- Il DL cessioni due anni dopo blocca lo sconto in fattura e la cessione del credito per i nuovi lavori;
- Le richieste del 110 crollano vertiginosamente;
- Per chi ha iniziato i lavori entro febbraio la cessione è ufficialmente riaperta anche se il problema degli esodati del 110 nella pratica resta attuale;
- Si attende la piattaforma Enel X per settembre prossimo.