L’export italiano regala da sempre grandi soddisfazioni all’economia del nostro Paesi. Nonostante un quadro giudicato complesso, l’anno appena cominciato offre ancora alle aziende del nostro Paese la possibilità di ottenere importanti risultati in termini di guadagno. Di recente, la Sace-Simest (in collaborazione con Cassa depositi e prestiti) ha elaborato un interessante report sulle imprese che investono all’estero, esportando il marchio del made in Italy nel resto del mondo. Ecco i migliori 15 Paesi dove poter investire quest’anno secondo il resoconto fornito dalla Sace-Simest.
Dove è consigliato investire nel 2019
Asia, America Latina, Africa ed Europa. La cartina geografica del rapporto della Sace-Simest è completa o quasi, a testimonianza di come per gli investimenti non vi siano barriere né confini.
Per quanto riguarda il continente asiatico, le prescelte sono India, Indonesia, Vietnam, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Turchia e l’immancabile Cina. Praticamente, la quota asiatica risponde per oltre un terzo rispetto alla lista dei 15 Paesi riportati nel resoconto finale della società che lavora in partnership con Cassa depositi e prestiti.
Spazio quindi all’Africa, presente nella classifica con tre nazioni: Marocco, Kenya, Senegal. Segue il continente americano, che piazza gli Stati Uniti insieme a due Paesi del Sud America, nelle vesti di Brasile e Colombia. L’Europa è il fanalino di coda con la sola presenza di Repubblica Ceca e Russia.
I rischi del 2019
Oltre alle opportunità, sono stati evidenziati anche i rischi, suddivisi in rischio credito e rischio politico. Per quanto concerne il primo fattore, si segnala il peggioramento di nazioni quali Nicaragua, Ucraina, Zambia, Kosovo, Albania, Bahrain, Tanzania, Congo, Kazakistan, Tunisia, Iran e Turkmenistan.
Per il rischio politico, le nazioni da tenere sotto controllo sono: Barbados, Zambia, Oman, Nicaragua, Guatemala, Turkmenistan, Argentina, Pakistan, Ucraina e Bolivia. A migliorare sono invece: Portorico, Grenada, Islanda, Slovenia, Giamaica, Uzbekistan, Kirghizistan, Grecia, Austria, Russia, Croazia, Polonia e Slovacchia.
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Caso Brexit
Ad alimentare le incertezze è anche il caso Brexit, tornato di recente in primo piano. Tra i rischi vengono segnalati un maggiore costo dei finanziamenti e un peggioramento dei bilanci bancari e corporate, con conseguenze non esattamente positive. Per quest’ultime si segnalano: minori investimenti e minore domanda di beni d’importazione; restrizione del credito e aumento del rischio di mancato pagamento.
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