Il 2022 è stato un anno molto impegnativo per il Tesoro. Le sue emissioni di debito pubblico sono state pari a 424 miliardi di euro, di cui 285 miliardi di titoli a medio-lungo termine e 139 miliardi di BoT. Il costo medio di emissione è stato dell’1,71%, in fortissima crescita dallo 0,10% del 2021. Per l’anno prossimo, le nuove emissioni saranno ancora più alte. I titoli di stato a medio-lungo termine in scadenza ammontano a 260 miliardi, a cui vanno sommati 90 miliardi per finanziare il disavanzo fiscale atteso.
A tale riguardo, ha fatto presente che le due emissioni di quest’anno – BTp Italia 2030 e BTp Italia 2028 – hanno raccolto complessivamente 21 miliardi. Considerato che in scadenza è arrivato un solo BTp Italia per un controvalore di 2 miliardi, questi dati segnalano un certo successo per il bond retail. Tuttavia, sempre il Tesoro nota come nel 2023 arriveranno in scadenza tre BTp Italia per complessivi 25 miliardi. Questo porta a concludere che le disponibilità delle famiglie saranno molto più elevate, una volta che i loro portafogli diverranno più liquidi a seguito delle scadenze.
Ed ecco che per l’anno prossimo si annunciano nuove emissioni di BTp Italia potenzialmente assai più ricche, nel senso che potrebbero attirare molti più capitali da famiglie e investitori istituzionali. Non è improbabile che il Tesoro decida di aumentare la stessa frequenza delle emissioni rispetto all’anno in corso. Ad esempio, potrebbe optare per tre emissioni in corrispondenza delle tre scadenze. I meccanismi alla loro base resteranno gli stessi, sebbene sulla durata dei nuovi titoli il Tesoro spiega che deciderà in prossimità dei collocamenti.
Non solo BTp Italia, forse nuovi strumenti finanziari
Più difficile che vi saranno, invece, nuove emissioni di BTp Futura.
Questo significa che il Tesoro starebbe studiando un nuovo titolo di stato da affiancare a BTp Italia e BTp Futura, ma sul quale ancora emerge poco. L’ipotesi ventilata negli ambienti della maggioranza di governo consisterebbe in bond riservati agli investitori individuali residenti in Italia. Sarebbero corredati da forti garanzie sul piano fiscale e dell’insequestrabilità. Un’operazione che si renderebbe necessaria per rimpiazzare i minori acquisti da parte della Banca Centrale Europea a partire dal mese di marzo.