“Ogni giorno sono costretto a compiere una serie di scelte su cosa è bene o importante o divertente, e poi devo convivere con l’esclusione di tutte le altre possibilità che quelle scelte mi precludono“, scriveva David Foster Wallace in Una cosa divertente che non farò mai più. Ogni giorno, in effetti, siamo chiamati a fare delle scelte che portano con sé delle conseguenze sulle nostre vite e, spesso, anche su quella degli altri.
Ne è un chiaro esempio il Governo, le cui decisioni hanno un impatto non indifferente sulle tasche di molti cittadini.
Il Consiglio dei ministri ha varato il decreto lavoro
L’ultima legge di bilancio prevede che il reddito di cittadinanza verrà erogato nel 2023 per un periodo pari a massimo sette mesi a favore dei cosiddetti occupabili. Ovvero le persone con una età compresa tra i 18 e i 59 anni che possono lavorare, purché in famiglia non vi siano soggetti disabili, anziani e minorenni. In quest’ultimo caso avranno diritto al sussidio targato Movimento 5 Stelle per tutto il 2023, salvo poi dovervi dire definitivamente addio nel 2024.
Stando a quanto si evince del decreto Lavoro, al posto del reddito di cittadinanza debutteranno delle nuove misure. Entrando nei dettagli, come si legge sul comunicato stampa numero 32 del Consiglio dei Ministri, a partire dal prossimo anno verrà introdotta una nuova misura volta a contrastare la povertà, che consisterà in una sorta di integrazione al reddito a favore delle famiglie che presentano una persona con disabilità, un minorenne o con più di 60 anni:
“che siano in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche. Il beneficio mensile, di importo non inferiore a 480 euro all’anno esenti dall’IRPEF, sarà erogato dall’INPS attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione”.
2024 senza sussidi, chi sono gli esclusi dal reddito di cittadinanza tagliati fuori dalle nuove misure
Ma non solo, i cosiddetti occupabili perderanno il sussidio in caso di rifiuto di una offerta di lavoro.