Andare a vivere da pensionati all’estero? E’ uno dei sogni più ricorrenti degli italiani, sempre alle prese con un fisco soffocante e costo della vita sempre più elevato. E sono tanti coloro che ogni anno emigrano.
Una scelta non facile, soprattutto perché sul piatto della bilancia bisogna mettere anche altri aspetti a cui bisogna adeguarsi. Dalla sanità, alla lingua, alla cultura e usanze del Pese di destinazione. Per non parlare di ciò che ci si lascia alle spalle.
3 Paesi dove la pensione non è tassata
Ma se si guarda l’aspetto puramente fiscale, la convenienza ad andare all’estero per sfruttare meglio la propria pensione c’è.
Non si tratta di paradisi fiscali, ma di Stati che hanno adottato politiche fiscali attrattive per i facoltosi pensionati stranieri che intendono trasferire la propria residenza. Paesi che offrono anche un clima decisamente migliore e un costo della vita più basso.
Destinazioni che non fanno per chi, volendo sfruttare il vantaggio fiscale, percepisce una pensione medio-bassa. Diciamo che sono mete per chi gode di una rendita mensile di almeno 2.500 euro lordi, su cui il fisco Italia preme in particolar modo.
La rendita senza tasse, dal Portogallo alla Tunisia
Il Portogallo è la meta turistica per pensionati più conosciuta. Chi vi si trasferisce a vivere per almeno sei mesi all’anno portando anche la residenza pagherà una imposta forfettaria sulla pensione pari al 10%.
Segue la Tunisia dove finora si sono trasferiti circa 5.000 pensionati italiani. In base a specifici accordi, si pagano tasse solo sul 20% dell’importo della pensione italiana. In pratica, per un pensionato, trasferire la propria residenza in Tunisia equivale ad assoggettare la propria rendita a un regime di tassazione non superiore al 5%.
Vi è infine la Grecia dove il parlamento ha approvato una legge che agevola i pensionati che si trasferiscono a vivere nel Paese con una tassazione del 7%.