300 € in più sulla pensione ma solo su domanda: bufala o verità? Effetti dell’allarmismo sui diritti inespressi

Potresti avere 300 euro in più sulla pensione ma non lo sai: l'allarmismo mediatico sui diritti inespressi fa esplodere la polemica e affolla gli uffici Inps. Bufala o verità? Facciamo chiarezza: esistono ma non sono un bonus sull'assegno
8 anni fa
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assegno sociale

Alcuni recenti titoli di giornali e siti di (dis)informazione nei giorni scorsi hanno fatto scoppiare la polemica sul caso dei diritti inespressi: “potresti avere diritto a 300 € in più sulla pensione” ma non saperlo perché nessuno te lo dice. Detto così sembra una sorta di bonus sulle pensioni minime concesso solo a chi ne fa domanda e non pubblicizzato a sufficienza in modo da contenere il numero di istanze e riservare le 300 euro integrative solo ad una stretta cerchia di beneficiari.

Ma le cose stanno proprio così? Non sarebbe uno scenario irrealistico e così molti pensionati nel dubbio hanno preferito “vederci chiaro” di persona: sportelli Inps e patronato sono stati letteralmente presti d’assalto aumentando ancora di più la confusione sull’argomento. Vuoi sapere se veramente avresti diritto a questi 300 euro in più sulla pensione e, nel caso, come ottenerli? Leggi di seguito che cosa sono i diritti inespressi e impara a stare alla larga dai titoli allarmistici e attira click.

Quella dei diritti inespressi sulla pensione è una bufala?

Cosa guadagna chi diffonde in rete bufale o notizie volutamente allarmistiche? Qualche click (potenzialmente utile a scopo pubblicitario forse) ma in questa sede poco ci importa capire la ratio. Partiamo dagli effetti, ovvero il caos generato negli uffici e la disinformazione online tra i pensionati, per concentrarci sul contenuto della notizia: è vero o no che molti pensionati, su domanda, avrebbe diritto a 300 euro di integrazione dell’assegno?

I diritti inespressi esistono ma non sono un aumento generalizzato per tutte le pensioni e neanche un bonus o un’erogazione una tantum. Certi titoli finiscono per illudere una categoria già di per sé vulnerabile.

L’Inps in alcuni casi eroga trattamenti previdenziali e assistenziali (ad esempio assegni familiari, maggiorazioni sociali o integrazione al trattamento minimo) è vero ed è altrettanto vero che solo alcune di essere vengono erogate d’ufficio mentre in altri casi occorre presentare domanda.

Questi ultimi sono appunto chiamati “diritti inespressi”: se non richiesti esplicitamente vanno persi. E non sono pochi i pensionati inconsapevoli che non li richiedono: riguarda soprattutto gli assegni inferiori ai mille euro. Secondo le stime su 18 milioni di pensionati, ben 6 milioni avrebbero diritto ad un ricalcolo sulla base dei diritti inespressi con conseguente aumento della pensione (certo non sempre di 300 euro intendiamoci).

E’ giusto quindi invitare i pensionati a verificare che l’assegno ricevuto sia corretto e includa tutti i possibili diritti (inespressi compresi) ma farlo in questo modo, presentandoli quasi come un bonus a scadenza, non fa che alimentare caos e disinformazione e non ne abbiamo veramente bisogno!

 

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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