Non è un momento facile per L’UE, per quanto riguarda la sua strategia di sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Russia. A complicare le cose ci ha pensato l’Ungheria di Orban, alleato di Putin, durante l’ultimo Consiglio europeo. E dire che l’Unione Europea aveva pensato a 50 miliardi di euro da stanziare, come previsto durante l’ultimo G7. Come se non bastasse, ci sarà anche da fare i conti con le elezioni europee, con la vittoria di Trump che dovrebbe essere più che probabile.
Il contesto del piano di finanziamento all’Ucraina
Il piano del G7 è stato pensato per garantire che l’Ucraina possa continuare a far funzionare le proprie infrastrutture, nonostante i danni significativi causati dai continui attacchi russi. Il progetto prevede che 20 miliardi vengano forniti dall’UE, altri 20 miliardi dagli Stati Uniti, mentre Canada, Regno Unito e Giappone si dividerebbero i restanti 10 miliardi. Ciò che rende questo prestito peculiare è che Kiev non dovrebbe ripagarlo direttamente. I fondi necessari per estinguere il debito verrebbero generati dai beni russi sequestrati in Europa, il cui rendimento stimato è di circa 2,5-3 miliardi di dollari all’anno. Tuttavia, attualmente questi sequestri devono essere rinnovati ogni sei mesi, il che rende la situazione precaria agli occhi degli Stati Uniti, i quali richiedono garanzie legali più solide prima di impegnarsi nel prestito.
Il governo statunitense esita a fornire il proprio contributo al piano di aiuti senza che vi siano garanzie concrete sul destino dei beni russi sequestrati. Al momento, l’UE deve confermare lo stato di sequestro ogni sei mesi, e questa incertezza non soddisfa le condizioni legali richieste dagli Stati Uniti. Per questo motivo, l’UE sta esplorando soluzioni per prolungare la durata dei sequestri, proponendo di estendere l’intervallo tra un rinnovo e l’altro a 36 mesi o, in alternativa, di congelare i beni russi per i prossimi cinque anni.
Il veto ungherese e le manovre dell’Unione europea
Viktor Orban, il primo ministro ungherese, ha bloccato l’approvazione del piano a causa della sua stretta alleanza con la Russia. L’Ungheria, infatti, ha spesso adottato posizioni divergenti rispetto al resto dell’UE, soprattutto in questioni riguardanti Mosca. Questa volta, Orban sembra intenzionato a mantenere la situazione in stallo fino alle elezioni presidenziali statunitensi del 2024, nella speranza che una vittoria di Donald Trump porti al ritiro del supporto americano all’Ucraina, facendo così fallire il piano del G7. Per superare questo blocco, l’UE sta esplorando una strategia alternativa che le permetterebbe di agire senza il consenso dell’Ungheria. Una delle opzioni in esame è quella di erogare i 20 miliardi di dollari come estensione di un pacchetto di aiuti già esistente, il che richiederebbe solo una maggioranza semplice nel Consiglio europeo, evitando la necessità di un voto unanime.
Oltre alle difficoltà legate al veto ungherese, l’UE deve affrontare anche l’incertezza politica negli Stati Uniti. Il presidente Joe Biden è in piena campagna elettorale, e l’ipotesi di un massiccio prestito all’Ucraina potrebbe alienare una parte del suo elettorato, in particolare l’ala più a sinistra del Partito Democratico, che è scettica sugli aiuti a Kiev. Questo scenario potrebbe portare l’amministrazione Biden a essere più cauta riguardo agli aiuti all’Ucraina nei prossimi mesi.
L’UE pronta ad agire da sola
Consapevole di queste incertezze, l’UE si sta preparando a coprire da sola l’intero importo del prestito nel caso in cui gli Stati Uniti decidessero di tirarsi indietro. Secondo alcune fonti, l’UE sarebbe disposta ad aumentare la propria quota di aiuti fino a 40 miliardi di dollari, dimostrando così la propria determinazione a sostenere l’Ucraina anche senza il contributo americano. Questa strategia rappresenta una sfida significativa, ma anche un’opportunità per l’UE di rafforzare il proprio ruolo geopolitico e di dimostrare la sua solidarietà nei confronti dell’Ucraina. Tuttavia, il successo di questo piano dipenderà in gran parte dalla capacità dell’Unione di superare le resistenze interne e di mantenere unita la propria politica estera in un momento di grande incertezza globale.
Riassumendo…
- UE alle prese con pesanti difficoltà politiche e diplomatiche per aiutare l’Ucraina;
- la ricerca dei fondi è ostacolata da Orban, ma anche dall’ipotesi di un Trump vincitore alle elezioni;
- permane la volontà di non abbandonare Zelensky e si lavora per nuovi fondi da racimolare.
Storia infinita, a mio avviso denaro investito sul nulla, la Federazione Russa ha già stabilito il piano, ogni azione ostile nei suoi confronti non fa altro che distruggere l’Ucraina. Perché non ci sono le elezioni in Ucraina? Quale interesse da parte dei fornitori di armi?
A distanza di 2 anni l’Ucraina è devastata, mentre la controparte indistruttibile avanza con pazienza sino al completamento della operazione speciale. I fatti lo dimostrano ogni settimana.
La grande truffa continua e i truffati siamo noi.Una guerra persa e consapevoli della realtà fanno finta di non saperlo perché rende o renderà in caso di vittoria o di pace.Dicono che quando la vedi da qua’ sembra un altra cosa ma che quando la vedi da Bruxelles è tutt altra perché entri nel giro (come se ti drogassero).Grandi compromessi.denaro.sicurezza.futuro garantito etc etc ma solo per coloro che sono nel giro.Ci stanno manovrando alla grande.