5 e 8 per mille, che differenza c’è

In sede di elaborazione della dichiarazione dei redditi è possibile esprimere la scelta della destinazione dell'8, del 5 e del 2 per mille. Ecco in cosa consistono.
2 anni fa
2 minuti di lettura

Se fossimo tutti identici, che monotonia! Stesso fisico, stessi pensieri – che cosa ci rimarrebbe da fare, se non sederci e morire dalla disperazione. Non possiamo vivere come una fila di formiche, la diversità fa parte della vita umana“, affermava Swami Vivekananda. Il mondo, d’altronde, è bello perché vario. Ognuno di noi ha il diritto di essere sempre se stesso e fare ciò che desidera. Il tutto, ovviamente, fermo restando il dover rispettare lo spazio altrui.

Un concetto, quello di diversità, che si adatta bene agli ambiti più disparati, compresi quelli burocratici.

 Ne è un chiaro esempio la dichiarazione dei redditi che presenta varie diciture, ognuna delle quali ha un proprio significato. Tra queste si annoverano i termini 5 e 8 per mille che hanno una destinazione differente. Ecco in cosa consistono.

5 e 8 per mille, che differenza c’è

Anche nel corso del 2023 bisognerà presentare la dichiarazione dei redditi. Oltre alle varie entrate, deduzioni e detrazioni a cui si ha diritto, è possibile anche scegliere a chi destinare il 5 e 8 per mille. Ma in cosa consistono e soprattutto a cosa servono? Ebbene, come riportato sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

“I contribuenti possono utilizzare una scheda unica per la scelta della destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille dell’Irpef. Il contribuente può destinare:

  • l’8 per mille del gettito Irpef allo Stato oppure a un’Istituzione religiosa
  • il 5 per mille dell’Irpef a determinate finalità di interesse sociale
  • il 2 per mille della propria Irpef in favore di un partito politico

Le scelte, che non sono in alcun modo alternative tra loro e possono, pertanto, essere tutte espresse, non determinano maggiori imposte dovute“.

5 per mille, 8 per mille e 2 per mille rappresentano, quindi, tutte percentuali dell’Irpef che il contribuente può destinare a chi vuole nell’ambito in cui si collocano. Soffermandosi sul 5 per mille, ad esempio, è destinato agli enti del terzo settore oppure Onlus, Università ed enti che svolgono attività culturali, sociali e sportive.

Per donare il 5 per mille bisogna inserire il codice fiscale dell’ente di proprio interesse. In questo modo l’ente in questione può beneficiare di una fonte di entrata aggiuntiva grazie a cui poter finanziare i propri progetti. Nel caso in cui non si effettui alcuna scelta, il proprio 8 per mille, 5 per mille e 2 mille restano nelle casse dello Stato.

Dichiarazione dei redditi 2023: le date da segnare sul calendario

Per esprimere la scelta a cui destinare l’8, il 5 e il 2 per mille bisogna prestare attenzione alle scadenze per presentare la dichiarazione dei redditi. Entrando nei dettagli si ricorda che per quanto concerne il modello 730, il termine ultimo da considera è il 30 settembre. Dato che quest’anno tale giorno cade di sabato, in realtà la data da segnare sul calendario è quella del 2 ottobre. Il 30 novembre 2023, invece, è il termine ultimo entro cui poter presentare il modello Redditi Persone Fisiche.

Anche coloro che non sono obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi possono comunque destinare l’8, il 5 e il 2 per mille dell’Irpef. A tal fine devono presentare entro il 30 novembre 2023 un’apposita scheda in busta chiusa presso un’ufficio postale o un intermediario abilitato, quale Caf o patronato. In alternativa è possibile utilizzare i servizi telematici disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Mercato dell'elettricità: raggiunto accordo Ue, come funzionerà
Articolo precedente

Voltura e subentro: che differenza c’è, quando va fatta una e quando l’altra

Aliquota secondo scaglione Irpef più larga
Articolo seguente

Versamento IRPEF, doppia chance a giugno e luglio