Un’ultima sentenza presente sul sito ufficiale dell’Abf dà ragione ad un risparmiatore, titolare di 6 buoni fruttiferi postali ordinari della serie Q/P. Quest’ultimo riferiva di aver riscosso un importo dai titoli in suo possesso inferiore a quanto previsto per gli anni dal 21° al 30°. Ecco come si è evoluta la vicenda.
Nuovo caso inerente ai buoni fruttiferi postali serie Q/P
I buoni fruttiferi postali sono uno strumento di investimento molto diffuso, soprattutto negli anni ottanta e novanta quando i tassi erano sicuramente più sostanziosi rispetto ad oggi.
L’intermediario chiamato in causa ha comunicato di aver agito in maniera corretta. Questo perché ha usato per l’emissione dei titoli appartenenti alla serie Q, il modulo cartaceo della precedente serie P. Ha quindi apposto sul davanti un timbro con la scritta serie Q/P e dietro i nuovi quattro tassi. Esattamente dell’8, del 9, del 10,50 e del 12% mentre dal 21° al 30° anno, spiega, l’importo era calcolato con interessi semplici sull’importo maturato alla fine del ventesimo anno.
La decisione sui buoni fruttiferi postali
Il Collegio di Bari con decisione numero 18304 del 3 agosto 2021 ha comunicato che l’intermediario ha agito bene per i primi 20 anni di vita dei buoni fruttiferi postali. Il problema però c’è per gli ultimi dieci anni in quanto i timbri presenti dietro al titolo non disponevano nulla per quest’arco temporale.
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