Sono numerosi casi di contribuenti che si chiedono se sia possibile andare in pensione senza i 20 anni di contribuzione minima previsti dalla pensione di vecchiaia ordinaria. E sono sempre tanti coloro che si trovano nella condizione di non poter andare in pensione proprio perché mancano questi 20 anni di contributi versati. La normativa italiana su questo è assai precisa e fissa nei 20 anni di contributi il minimo prestabilito per l’accesso alla pensione ordinaria. A 67 anni di età infatti si ha diritto alla pensione di vecchiaia, ma solo se sono stati raggiunti questi anni di contributi previdenziali versati.
“Gentili esperti, vi chiedo un consiglio per quanto riguarda la mia situazione pensionistica che si andrà a determinare tra qualche mese. Oggi sono una casalinga o disoccupata ed ho 66 anni di età. Ho sempre vissuto in casa di mia madre che è scomparsa da oltre un anno. Abbiamo vissuto sempre grazie alla sua pensione e adesso che non c’è più vivo di stenti quotidianamente. Per fortuna sono arrivata quasi a 67 anni che dovrebbero garantirmi un sostentamento da parte dell’INPS. Ho lavorato per 8 anni in un supermercato, dal 2000 al 2008. Prima di allora e dopo non ho più avuto nessun tipo di rapporto di lavoro. So che con otto o nove anni di contributi versati ho poche possibilità. Mi spiegate cosa posso fare per avere una pensione all’INPS adesso, visto che a gennaio 2023 compirò 67 anni di età?”
I trattamenti INPS per chi non ha carriere contributive sufficienti, tra indennità e pensioni
Il caso della nostra lettrice è un caso sia particolare che frequente. La nostra lettrice non è invalida, non è studentessa e non è minorenne. Pertanto non può godere della pensione di reversibilità della madre. In pratica da più di un anno si è trovata di colpo senza reddito e senza sostentamento. Avrà eroso magari qualcosa che aveva da parte insieme alla defunta madre, ma non dovrà vivere di stenti all’infinito.
Come prendere l’assegno sociale subito e la pensione di vecchiaia poi
L’unica via quindi per la nostra lettrice è l’assegno sociale. È la misura assistenziale principale che l’INPS eroga a chi non ha raggiunto il diritto ad una pensione alla soglia dell’età pensionabile. Ma ciò non vuol dire che debba lasciare inutilizzati i nove anni di contributi che ha versato dal 2000 al 2008. Infatti a 67 anni potrebbe presentare domanda di assegno sociale, che ripetiamo, è quella prestazione assistenziale che l’INPS è liquida a chi non raggiunge il diritto ad una pensione de ha redditi al di sotto delle soglie prestabilite. Una volta però che compirà 71 anni di età, la nostra lettrice potrà accedere alla pensione di vecchiaia. A 71 anni infatti ne basterebbero 5 di anni di contributi, e lei ne ha circa 9. Una opzione che la nostra lettrice può sfruttare anche perché ha il primo versamento di contributi nella sua vita lavorativa avanti successivo al 1995. La pensione con 5 anni di contributi e 71 anni di età infatti è misura appannaggio di lavoratori che non hanno versamenti nel sistema retributivo (prima del primo gennaio 1996).
Si può prendere l’assegno sociale insieme alla pensione di vecchiaia?
La nostra lettrice quindi non avendo redditi elevati, che ricordiamo per il singolo sono fino a 6.085,43, avrà diritto all’assegno sociale fino al compimento di 71 anni di età. Percepirà così un assegno pari a 468,28 euro al mese. A 71 anni invece dovrà presentare la domanda di pensione di vecchiaia. Nel caso in cui la pensione di vecchiaia liquidata alla data di decorrenza sia inferiore all’assegno sociale percepito fino ad allora, per lei ci sarà la possibilità di prendere entrambe le prestazioni. Con l’assegno sociale che si ridurrà fino ad integrare la pensione di vecchiaia non facendo perdere soldi alla lavoratrice rispetto al periodo coperto solo dall’assegno sociale.