730/2024, ecco chi perde i soldi di ristrutturazione e Superbonus del 2023

Detrazioni 730 addio se il contribuente è incapiente: perché c'è il rischio di perdere molti soldi anche sulle ristrutturazioni edilizie.
8 mesi fa
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730 e detrazioni
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Quando si inizia a parlare del Modello 730, l’attenzione dei contribuenti si concentra sempre sulle detrazioni e sulle spese detraibili. Questo perché rappresentano un modo per risparmiare sulle imposte versate e, di conseguenza, per pagare meno tasse.

Ogni anno, milioni di contribuenti ottengono un rimborso, avendo un’imposta a credito. La maggior parte delle detrazioni permette di recuperare il 19% delle spese sostenute, come nel caso delle spese mediche, sanitarie o per il mutuo.

Tuttavia, le detrazioni più significative provengono dalle ristrutturazioni domestiche, dal Superbonus all’Ecobonus, dal Sismabonus alle detrazioni per mobili o infissi, con percentuali che vanno dal 50% per le ristrutturazioni fino al 110% per il Superbonus.

Non sempre, però, il contribuente riesce a recuperare tutto quello che dovrebbe con il 730, e molto dipende dalla sua situazione fiscale.

La domanda del nostro lettore

“Buonasera, sono Renato e ho una domanda riguardante mia cognata, che ha ristrutturato casa e ha 80.000 euro di spese da scaricare al 50% con il bonus ristrutturazione edilizia. So che deve scaricare tutto in dieci anni, quindi 4.000 euro all’anno. Nel 2023 ha recuperato poco perché nel 2022 aveva iniziato i lavori e aveva scaricato solo qualche fattura. Il grosso dei lavori lo ha fatto nel 2023 e quindi abbiamo il dubbio che, in base al suo lavoro e al suo stipendio, sia potenzialmente incapiente. Mi potete spiegare come funziona questa incapienza fiscale e come funzionano le detrazioni?”

730/2024: chi perde i soldi di ristrutturazione e Superbonus del 2023

Scaricare il 50% di 80.000 euro significa poter recuperare, come credito di imposta, 40.000 euro. Se fosse stato il Superbonus, la cognata di Renato avrebbe potuto scaricare 88.000 euro. Si tratta di cifre rilevanti, tanto che la normativa prevede che le detrazioni possano essere fruite in 10 annualità consecutive di dichiarazione dei redditi.

Questo dimostra che, se la detrazione non fosse dilazionata, molti contribuenti non riuscirebbero a beneficiarne, perché pochi versano in un anno di imposta tasse a quattro cifre.

La questione della capienza fiscale è cruciale: la detrazione e il rimborso erogati dal Fisco non sono un regalo, ma un abbattimento delle imposte sui redditi che il contribuente paga.

Se un contribuente non versa IRPEF e ha spese detraibili, si dice che è incapiente.

Come funzionano i casi di incapienza totale o parziale

Il caso di Renato ci aiuta a capire meglio il meccanismo. La detrazione è una restituzione dell’IRPEF versata durante l’anno di imposta precedente a quello della dichiarazione dei redditi. La cognata di Renato ha iniziato i lavori nel 2022 con alcune spese, ma è nel 2023 che ha sostenuto la maggior parte delle spese. Nel 2024 dovrà iniziare a recuperare i 4.000 euro annui di detrazione sui 40.000 euro di spese detraibili, spalmabili su 10 anni.

Tuttavia, potrà recuperare l’intero importo solo se nel 2023 ha versato, tramite busta paga mensile, 4.000 euro di IRPEF.

Se nel frattempo ha avuto altre spese, come quelle mediche o per l’istruzione per un totale di 2.000 euro, non potrà recuperare il 19% previsto per queste spese perché la sua capienza fiscale è sufficiente solo per il bonus ristrutturazione. In sostanza, la sua capienza fiscale è limitata a 4.000 euro di IRPEF, che è l’importo massimo recuperabile.

Detrazioni 730: alcuni esempi pratici

Se Renato ha versato meno di 4.000 euro di imposte, non riuscirà a recuperare l’intera detrazione spettante per le opere di ristrutturazione. Allo stesso modo, se nel 2023 non aveva redditi o aveva solo redditi esenti, non avrebbe potuto recuperare nulla. In questo caso, la contribuente può essere definita incapiente. È importante notare che, in casi di incapienza, la parte di detrazione non utilizzata in un dato anno fiscale si perde definitivamente.

Ciò significa che se nel 2024 non ci sono IRPEF da recuperare, i primi 4.000 euro di detrazione spettanti per il 2023 andrebbero persi irrimediabilmente.

C’è la speranza che negli anni a venire la situazione cambi e che la contribuente diventi capiente, altrimenti continuerà a perdere i benefici delle detrazioni per le opere di ristrutturazione di casa.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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