Primo azionista lo era diventato già, ma evidentemente non gli bastava. Ieri, Elon Musk ha inviato alla Securities and Exchange Commission (SEC) la comunicazione in merito al lancio di un’offerta pubblica di acquisto di tutte le azioni rimanenti di Twitter. Solamente nei giorni scorsi, il magnate a capo di Tesla aveva svelato di essere in possesso del 9,1% del capitale. E in settimana aveva rifiutato un posto di consigliere di amministrazione nel board della società, offertogli dal management.
Musk offrirà 54,20 dollari per ciascuna azione portata in adesione, un prezzo che incorpora un premio del 18,2% rispetto a quello vigente al termine della seduta di mercoledì, il giorno prima dell’annuncio.
Musk invoca libertà di parola sui social
L’offerta di Musk valorizza complessivamente Twitter sui 43 miliardi di dollari. Se tutti gli altri azionisti accettassero di vendere i titoli in loro possesso, il costo dell’operazione per l’uomo sarebbe intorno ai 39 miliardi. Non così tanto per una delle persone più ricche del mondo, accreditata da Bloomberg di un patrimonio compreso tra 250 e 260 miliardi. Tuttavia, l’offerta non sta facendo impazzire gli analisti, che ricordano come Twitter nell’estate scorsa arrivò a capitalizzare sui 70 miliardi.
Nella lettera indirizzata al CEO Bret Taylor, Musk scrive queste testuali parole:
Ho investito in Twitter perché credo nel suo potenziale come piattaforma per la libertà di parola nel mondo e credo che la libertà di parola sia un imperativo sociale per una democrazia che funzioni. Tuttavia, da quando ho realizzato il mio investimento ho compreso che Twitter non prospererà e né servirà questo imperativo sociale nella forma corrente.
Esso necessita di una trasformazione come società privata.
In passato, l’uomo criticò più volte la presunta censura operata dal social, arrivando a minacciare il lancio di un social alternativo. Il riferimento, neppure troppo celato, è alla messa al bando di numerosi utenti, tra cui niente di meno che l’ex presidente americano Donald Trump, a cui è stato negativo a tempo indeterminato il diritto di mantenere attivo il profilo su Twitter dopo i fatti del 6 gennaio 2021, quando un assalto di manifestanti anti-Biden al Congresso provocò diversi morti. Trump fu accusato di avere sfruttato i social per ordire una sorta di attacco alle istituzioni americane. Facebook continua a bloccargli il profilo, sebbene abbia aperto all’ipotesi di riattivarlo in futuro.
Prezzo offerta Twitter legato a marijuana?
Nel novembre scorso, dopo avere raccolto con successo 1 miliardo di dollari sul mercato, Trump lanciava Truth, un suo social per comunicare agli utenti senza filtri. Tornando a Musk, c’è una curiosità nell’offerta lanciata ieri: il prezzo di 54,20 dollari pare non sia stato casuale. Esso contiene le cifre 420, che è un noto riferimento alla marijuana. Tant’è che già nel 2018 l’uomo aveva esternato l’idea di lanciare un’OPA sul resto del capitale di Tesla a 420 dollari per azione. La battuta pubblicata sui social gli costò l’apertura di un’indagine da parte della SEC.
Perché 420 significa marijuana e cosa c’entra Musk? Alle ore 4.20 di ogni pomeriggio nel 1971, gli studenti del gruppo “Waldos” dell’istituto San Rafael in California s’incontravano nel muro esterno della scuola per fumare canne tutti insieme. E Musk fumò erba durante una trasmissione radiotelevisiva qualche anno fa. A dire il vero, esiste un’altra interpretazione di questo numero, secondo cui starebbe per Adolf Hitler. Questo perché il Fuehrer nacque in data 20 aprile 1989. E 20 aprile nel mondo anglosassone si scrive 4/20.
Balzo delle azioni Twitter in borsa
Tralasciando improbabili messaggi in codice, Musk romperebbe determinati equilibri consolidati nella Silicon Valley con idee fuori dal comune. Ad esempio, vorrebbe trasferire altrove la sede di San Francisco, che trasformerebbe in un riparo per senzatetto. Subito dopo avere svelato di essere diventato primo azionista di Twitter, ha lanciato online un sondaggio tra gli utenti circa la possibilità di inserire il tasto “edit” per modificare i tweet già postati.
Ad ogni modo, affinché l’offerta di Musk vada a buon fine, dovrebbe cercare di convincere almeno parte degli investitori istituzionali presenti nel capitale di Twitter. Tra i principali vi è Vanguard Group con una quota dell’8,8%, Morgan Stanley all’8,4%, BlackRock al 6,5% e State Street al 4,5%. Insieme, fanno oltre il 28% del capitale. Naturale il boom a doppia cifra delle azioni Twitter al NASDAQ già alle contrattazioni pre-market. Nel caso in cui l’offerta non andasse in porto, il magnate ha lasciato intendere che uscirebbe dal capitale societario.