Il buono postale 5×5 è un investimento sicuro ma i rendimenti sono più bassi dei Btp

I rendimenti del buono fruttifero postale 5x5 (investimento sicuro perché garantito dallo Stato) sono più bassi di quelli dei Btp.
2 anni fa
1 minuto di lettura
Contro l'inflazione è meglio optare per il buono fruttifero postale 3x2 o il Btp Short Term?

Il buono fruttifero postale 5×5 è l’ultimo in ordine temporale emanato dalla cassa Depositi e Prestiti e collocato sul mercato da Poste Italiane. È sicuramente un investimento sicuro perché garantito dallo Stato italiano ma in questo periodo non offre tantissimo rispetto ai Btp.

Il buono fruttifero postale 5×5 e i Btp

Con l’inflazione galoppante di questi ultimi mesi, gli interessi che offrono i buoni fruttiferi postali non coprono molto l’investimento del risparmiatore. Il vantaggio di sottoscriverli, però, è che non hanno costi di sottoscrizione tranne gli oneri di natura fiscale.

Come detto, tra quelli in commercio, il titolo che rende di più al momento è il 5×5 dedicato ai chi vuole investire per molto tempo il proprio denaro. Dura infatti 25 anni ma gli interessi maturano soltanto alla fine di ogni quinquennio. È però possibile richiedere il capitale investito quando si vuole. La tassazione è del 12,50% sugli interessi mentre l’imposta di bollo è dello 0,2% annuo per chi ha un portafoglio titoli superiore ai 5 mila euro. Tutte le tipologie di buoni fruttiferi postali possono poi essere sottoscritte con un importo a partire da 50 euro e multiplo di questa cifra. Tornando al buono postale 5×5, esso offre un rendimento effettivo annuo lordo dello 0,10% dopo 5 anni, dello 0,20% dopo 20 anni e dello 0,40% dopo 15 anni. Inoltre dello 0,75% dopo 20 anni e dell’1,50% dopo 25 anni.

Sull’orizzonte temporale di 25 anni, invece, il Btp offre ad oggi un rendimento del 2,15% lordo e quindi più alto del buono postale. Ricordiamo che i Btp sono titoli di debito ovvero a medio e lungo termine emessi dal Mef con cedola fissa posticipata pagata ogni 6 mesi. I Btp possono essere emessi con scadenze uguali a 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 ed anche 50 anni. Il tutto mediante un procedimento che prende il nome di asta marginale che si svolge di norma 2 volte al mese. Esattamente durante la seconda settimana del mese per il Btp 3 e 7 anni e l’ultima settimana del mese per i Btp 5 e 10 anni.

Per quelli 15 e 30 anni dipende invece dalla domanda espressa dal mercato.
Leggi anche: Quanto guadagno se investo 10 mila euro in un buono fruttifero postale 5×5 e 4×4?
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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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