Il Tesoro ha collocato in asta titoli di stato per un controvalore totale di 3,75 miliardi di euro, il massimo del range fissato. Il successo del collocamento avviene in una fase piuttosto turbolenta per il mercato sovrano italiano. I rendimenti stanno salendo bruscamente sul cambio di rotta atteso alla BCE, in reazione all’alta inflazione di questi mesi.
Risultati asta BTp
Vediamo nel dettaglio i risultati. Sono stati offerti 2,75 miliardi di euro di BTp short term con scadenza 29 novembre 2023 e senza cedola (ISIN: IT0005482309), a fronte dei quali le richieste sono state per 4,405 miliardi.
E passiamo ai BTp€i con scadenza 15 maggio 2026 e cedola 0,65% (ISIN: IT0005415416). Offerto l’importo di 1 miliardo e domanda pari a 1,438 miliardi per un rapporto di copertura di 1,44. Il rendimento esitato è stato di -1,52%. Esso si confronta con poco meno dell’1,5% offerto dal BTp con cedola fissa di pari durata. Di fatto, esso equivale a un tasso d’inflazione attesa medio per l’Eurozona nell’ordine del 3% da qui ai prossimi 4 anni.
Il segnale dai BTp€i
Il BTp€i è un bond con cedola indicizzata al tasso d’inflazione dell’Eurozona. Esso si distingue dal BTp Italia, che come sappiamo offre una cedola agganciata all’inflazione italiana rilevata dall’ISTAT. Quest’ultimo, con scadenza maggio 2026, ci esita oggi un rendimento reale di -0,67%, per cui rispecchia un tasso atteso d’inflazione per l’Italia tra 2,1% e 2,2% per il prossimo quadriennio. Si tratta di un dato nettamente inferiore al 3% per l’Area Euro.
Dunque, stando alle previsioni del mercato l’inflazione europea sarà mediamente superiore a quella italiana nei prossimi anni. Ciò ci spinge a giudicare più allettanti i BTp€i rispetto ai BTp Italia, in quanto offrirebbero rendimenti nominali maggiori della perdita di potere d’acquisto.