Le pensioni di maggio sono appena state pagate e già sorgono dubbi sugli importi sui conteggi. Ultimamente gli assegni variano leggermente da un mese con l’altro facendo insorgere preoccupazioni ai beneficiari.
Niente timore, però, si tratta solo di conguagli e aggiustamenti fiscali che avvengono periodicamente. L’importo lordo della pensione non cambia. Anzi qualcosa è stato aggiunto per effetto della rivalutazione 2022.
Pensioni e addizionali Irpef
Sul cedolino della pensione di maggio hanno inciso essenzialmente, in senso negativo, le tasse. Parliamo in particolare delle addizionali locali Irpef.
L’importo è commisurato al livello di reddito: più è alta la pensione, maggiore è il prelievo fiscale. Poi ogni Regione e Comune fissa le percentuali di prelievo: un residente in Piemonte, ad esempio, paga una addizionale Irpef pari al 2,13%, mentre in Lombardia lo stesso pensionato si vede addebitare imposte aggiuntive per 1,58%.
Lo stesso vale per i Comuni. Un pensionato residente a Milano paga una addizionale Irpef dello 0,8%, mentre a Roma la stessa imposta è dello 0,9%.
La base di calcolo resta sempre il reddito lordo imponibile, ma mentre l’addizionale regionale viene trattenuta a saldo (l’anno successivo), quella comunale è trattenuta sia in acconto (9 rate) che a saldo (11 rate).
Aumenti e rivalutazioni
Sul cedolino pensione di maggio incide quest’anno, in senso positivo, anche la rimodulazione degli scaglioni Irpef che passano da cinque a quattro. Ciò comporta piccoli incrementi sul netto di pensione. Il risparmio annuo oscilla tra i 240 e i 760 euro all’anno.
Gli scaglioni Irpef, così come riformati dalla legge di bilancio 2022, sono i seguenti:
- 23% sino a 15 mila euro;
- 25% sino a 28 mila euro;
- 35% sino a 50 mila euro;
- 43% oltre i 50 mila euro.
Ma a contribuire all’aumento dell’assegno di maggio c’è anche una piccola percentuale (0,10%) di rivalutazione.