I pensionati del settore pubblico e privato potranno tornare al lavoro per servire lo Stato. O meglio, per tappare quei buchi che le amministrazioni non riescono a chiudere con le farraginose procedure di reclutamento.
Lo prevede il Decreto Pnnr2 indicante “misure per la pubblica amministrazione”. In esso si fa riferimento ai pensionati in quiescenza da almeno 2 anni che possono tornare al lavoro come consulenti dello Stato.
Pensionati al lavoro dopo due anni
Come spiega il decreto, gli incarichi possono essere affidati a tempo determinato fino al 2026.
A regolare le assunzioni dei pensionati nella pubblica amministrazione è l’art. 10 del decreto n. 36 del 30 aprile 2022 che recita:
fino al 31 dicembre 2026, le amministrazioni titolari di interventi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, ivi incluse le regioni e gli enti locali, in deroga al divieto di attribuire incarichi retribuiti a lavoratori collocati in quiescenza (…) possono conferire ai soggetti collocati in quiescenza da almeno due anni incarichi (…) nei limiti delle risorse finanziarie gia’ destinate per tale finalità nei propri bilanci.
In pratica il decreto congela per quattro anni tutte le norme sulla spending review che vietano di assegnare incarichi ai dipendenti pubblici a riposo. Non solo, si consente l’accesso alla pubblica amministrazione anche a lavoratori in pensione del settore privato.
Gli incarichi previsti
Gli enti locali e le amministrazioni di cui sopra possono quindi conferire incarichi di lavoro ai pensionati in quiescenza da almeno due anni. I contratti saranno a tempo determinato per una durata massima di 3 anni, fino al 2026.
Le amministrazioni dovranno individuare esperti di provata competenza, determinando preventivamente durata, luogo, oggetto e compenso della collaborazione. Al pensionato possono essere assegnate anche funzioni di responsabilità.
Le attività interessate sono quelle di progettazione, direzione lavoro, collaudo e supporto. Sono esclusi altri incarichi per i quali le amministrazioni non potranno avvalersi dell’ausilio dei lavoratori in pensione.
Il trattamento economico non sospende l’erogazione della pensione, salvo che i redditi nel loro complesso dovranno essere dichiarati nel 730 con relativo incremento dell’aliquota Irpef.