Negli ultimi anni i bonus fiscali si sono moltiplicati sempre più. Molti di essi sono stati essenziali, ma alcuni, forse, si potevano evitare.
Secondo una recente indagine dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, i bonus tutt’ora vigenti sono poco più una quarantina e in questo ultimo triennio (2020-2022); si stima che costeranno allo Stato almeno 113 miliardi di euro (per la precisione 112,7).
Ovviamente, è bene chiarirlo, molti di questi sono stati resi necessari per far fronte agli effetti economici negativi provocati da due eventi che potremmo definire eccezionali: la pandemia e la guerra in Ucraina.
Quanti sono i bonus attualmente in vigore e quanto ci costano?
Secondo quanto rilevato dall’indagine della Cgia di Mestre, i bonus attualmente attivi sono circa una quarantina; in questo ultimo triennio (2020-2022) costeranno allo Stato quasi 113 miliardi di euro (per la precisione 112,7).
Ovviamente, tra questi ci sono anche i vari bonus istituiti per far fronte all’emergenza sanitaria del coronavirus e al conflitto in Ucraina. Alcuni di essi, invece, “sono stati erogati anche a chi non ne aveva alcun bisogno”. Ad ogni modo, si legge nel report, “queste anomalie hanno interessato anche altri paesi europei”.
Ecco perché bisognerebbe iniziare a tagliare qualche incentivo
Visto l’attuale scenario economico negativo, non soltanto italiano, per la Cgia di Mestre bisognerebbe iniziare a tagliare via un po’ di questi bonus.
In breve, si legge nel documento “non rimane che tagliare la spesa corrente in modo da recuperare almeno una grossa parte delle risorse necessarie per fronteggiare le emergenze economiche di questi ultimi mesi. Altre strade sono difficilmente percorribili; dalla lotta all’evasione le maggiori entrate che riusciamo a recuperare ogni anno sono molto contenute e un eventuale incremento di gettito attraverso un ritocco all’insù delle imposte non sarebbe praticabile”.
Il taglio dei bonus, pertanto, dovrebbe essere una delle principali strade che il governo dovrebbe per correre per recuperare un po’ di risorse, in modo da alimentare nuove politiche economiche di natura espansiva e per contrastare il caro bollette e l’impennata dell’inflazione.