Chi è nato nel 1958 può andare in pensione nel 2023?

Oltre alla pensione di vecchiaia 2023, è da valutare l'uscita dal lavoro con la pensione anticipata ordinaria o quella contributiva
2 anni fa
1 minuto di lettura
riforma pensioni
Foto © Licenza Creative Commons

I nati nel 1958 possono andare in pensione nel 2023? Quali sono le possibili vie d’uscita dal mondo del lavoro?

Oltre alla pensione di vecchiaia, è da valutare, nel rispetto dei requisiti di legge, la possibile uscita dal mondo del lavoro con la pensione anticipata ordinaria o quella contributiva.

Possibili canali di pensionamento sono Quota 102 e Opzione donna.

Ecco come i nati nel 1958 possono andare in pensione nel 2023.

Le regole ordinarie  per andare in pensione

Iniziamo con la pensione di vecchiaia di cui alla legge Fornero.

In base alle indicazioni fornite dall’Inps con la circolare n°28/2022, hanno diritto alla pensione di vecchiaia i lavoratori con almeno 67 anni di età e un’anzianità contributiva di 20 anni.

Ulteriore possibilità d’uscita dal mondo del lavoro è la pensione anticipata ordinaria nonchè quella contributiva.

Possono richiedere la pensione anticipata ordinaria i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini.

Sulla pensione anticipata contributiva, tale possibilità di pensionamento è riconosciuta ai lavoratori che:

  • hanno iniziato a versare la contribuzione dal 1° gennaio 1996,
  • hanno un’eta di 64 anni di età;
  • presentino almeno 20 anni di contribuzione effettiva nel sistema contributivo puro;
  • abbiano diritto ad una pensione non inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (cd. importo soglia annualmente rivalutato).

L’uscita anticipata con quota 102 e Opzione donna

Oltre alle suddette opzioni, chi è nato nel 1958 potrebbe rientrare nella c.d. quota 102 o ancora in Opzione donna.

Per sfruttare quota 102, ex D.L. 4/2019, è necessario:

  • un requisito anagrafico pari almeno a 64 anni e
  • un’anzianità contributiva minima di 38 anni.

Possono andare in pensione con quota 102: gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla gestione separata, che maturino nel corso dell’anno 2022 i requisiti di età anagrafica pari a 64 anni e di anzianità contributiva pari a 38 anni (c.d. “quota 102”).

Non si sa ancora se sarà possibile andare in pensione con quota 102 nel 2023.

Infine, per le donna che rispettano determinati requisiti entro il 31 dicembre 2021, c’è la c.d. Opzione donna.

In particolare, per Opzione donna è richiesta:

  • un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e
  • un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).

Ai fini del conseguimento della pensione è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. Non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratrice autonoma.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Bond Russia sull'orlo del default
Articolo precedente

La Russia anticipa i pagamenti dei bond per evitare il default, la decisione di oggi dell’America segnerà una svolta

Con Ryanair si vola in pensione: bastano 45 minuti al giorno in Italia (la sentenza)
Articolo seguente

Con Ryanair si vola in pensione: bastano 45 minuti al giorno in Italia (la sentenza)