Le caldaie a gas saranno vietate entro il 2029 secondo quanto stabilito dalla Commissione Europea con le nuove regole del pacchetto Repower Eu. Lo scopo di quest’ultimo è quello di ridurre la dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili provenienti dalla Russia e accelerare la transizione energetica. La Commissione Ue per disincentivare l’acquisto delle caldaie a gas declasserà sulle etichette la loro performance energetica. Ma quali sono le alternative a queste ultime? Ebbene le pompe di calore e gli impianti a biomassa.
Pompe di calore, l’alternativa alle caldaie a gas?
Per la sostituzione delle caldaie a gas una delle soluzioni migliori sono le pompe a calore. Esse raccolgono l’energia da fonti naturali come l’aria, l’acqua ed il terreno a seconda del tipo e la trasportano dentro l’edificio alla temperatura idonea. Ciò in base all’impianto di riscaldamento. Sono molto più efficienti dei riscaldamenti tradizionali e alcuni apparecchi possono sia riscaldare che raffreddare l’ambiente. I vantaggi sono sia per l’ambiente che per il portafoglio. Emettono infatti un minor quantitativo di Co2 e poi le bollette sono meno alte. Bisogna però fare i conti con un costo di installazione abbastanza elevato. Il prezzo è diverso, infatti, a seconda della pompa di calore che si sceglie (geotermica, aria-acqua, aria-aria) e del tipo di intervento. Come spiega IlCorriere i prezzi per un impianto domestico di 10 Kw in media secondo la comparazione di Edilnet sono di circa 2000 euro. L’impianto aria-aria ha un prezzo che va dai 2 agli 8 mila euro. Quello acqua-aria dai 2.500 ai 10 mila euro e il geotermico ovvero terra-aria che è il più efficiente di tutti ha un costo dai 7 ai 18 mila euro. Considerando il fatto che l’installazione delle caldaie a gas sarà vietata entro il 2029, le pompe a calore restano un ottimo sostituto grazie anche agli incentivi.
Che sono invece gli impianti a biomassa
Anche gli impianti a biomassa sono un’alternativa alle caldaie a gas. Riscaldano infatti la propria casa in inverno e producono acqua calda sanitaria. Sfruttano l’energia della combustione di una biomassa come ad esempio il legno o il pellet a seconda della tipologia. Si risparmia parecchio rispetto alle caldaie a gas in quanto i materiali destinati alla combustione sono più economici. In più la combustione di legno non comporta emissione di fumi o di sostanze dannose. Come spiega Ilcorriere sono 3 i tipo più importanti di impianti a biomassa per sostituire le caldaie a gas. Essi sono i generatori di calore il cui prezzo per il fabbisogno medio di un appartamento va dai 600 ai 2200 euro. Ci sono poi i termoconvettori il cui prezzo va dai 1100 ai 4300 euro e gli impianti con sistema radiante. Questi ultimi hanno un costo che va dai 1900 agli 8700 euro.
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