Nel mese di febbraio, il Tesoro emise il BTp con scadenza 1 aprile 2027 e cedola lorda 1,10% (ISIN: IT0005484552). Parliamo di un’obbligazione di stato quinquennale. In questi poco più di tre mesi, di acqua sotto i ponti ne è passata. La guerra tra Russia e Ucraina ha esacerbato una tendenza già in corso al rialzo dei prezzi al consumo. In questi mesi, i tassi d’inflazione in Occidente sono saliti ai massimi da 40 e persino 50 anni a questa parte. Ne è seguita l’esplosione dei rendimenti sovrani e corporate.
Il BTp 2027 debuttò sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana a una quotazione sopra la pari e un rendimento netto alla scadenza in area 0,65%. Ieri, giaceva poco sopra 94 centesimi, pur in risalita dai 93,40 centesimi della seduta precedente. Il rendimento netto, invece, era a quasi 2,20% e venerdì scorso era salito sopra 2,30%.
BTp 2027, cedola bassa anche con caduta del prezzo
Per una scadenza di appena 5 anni, possiamo ben affermare che il BTp 2027 offra un rendimento più che soddisfacente, anche considerato il basso rischio di credito. D’altra parte, a non soddisfare è la cedola. Alle quotazioni attuali e al netto della tassazione, essa offre solamente poco più dell’1% all’anno. Questo significa che per il 60% il rendimento è offerto dal prezzo, vale a dire che dovremmo attendere la data del rimborso per incassarlo. Nel frattempo, ci metteremmo in tasca un flusso annuo di reddito davvero basso.
Lo scopo di un investimento nel BTp 2027 potrebbe anche essere di accorciare la “duration” del portafoglio e al contempo speculare su una possibile risalita dei prezzi prossimamente. Uno scenario plausibile e che accrescerebbe il rendimento effettivo. Per contro, una ulteriore drammatica discesa del prezzo appare improbabile. L’attuale rendimento risulta essere il maggiore per un titolo a 5 anni sin da inizio 2014.