Andare in pensione a 63 anni senza aspettare la riforma? La via è stretta ma percorribile e si chiama Ape Sociale. Basta conoscerne bene il funzionamento.
Come noto, l’anticipo pensionistico è riservato ad alcune categorie di lavoratori che si trovano in stato di disagio sociale. Come coloro che hanno perso involontariamente il lavoro e si trovano in stato di disoccupazione.
Ape Sociale per chi perde il lavoro
In particolare, coloro che sono disoccupati possono accedere alla pensione con Ape Sociale a patto che il rapporto di lavoro sia terminato per licenziamento o a causa di dimissioni per giusta causa.
Dal 1° gennaio 2022 è stato abrogato il requisito originariamente previsto secondo il quale gli interessati devono avere concluso da almeno 3 mesi il godimento della disoccupazione spettante. Pertanto diventa meno stringente la possibilità di ricorrere a questo strumento per andare in pensione qualche anno prima.
Pertanto, chi perde il lavoro a 63 anni di età avendo maturato almeno 30 anni di contributi, può andare in pensione qualche anno prima rispetto alle regole ordinarie previste per la generalità dei lavoratori.
Importo e durata della pensione
E veniamo al funzionamento di Ape Sociale. L’indennità decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domande ed è calcolata sulla base della contribuzione versata e dell’anzianità del richiedente. In pratica è come se fosse liquidata la pensione.
L’Ape Sociale è quindi corrisposta mensilmente, ma senza tredicesima, e ha un tetto massimo di 1.500 euro lordi mensili. Qualora il richiedente avesse diritto a un importo maggiore in base ai calcoli, dovrà attendere la maturazione dei requisiti per la pensione ordinaria per vedersi riconoscere appieno l’assegno.
L’importo non è rivalutato, né integrato al trattamento minimo, qualora ve ne fosse bisogno. Nemmeno sono riconosciuti contributi figurativi durante il periodo di godimento a valere sulla futura pensione.
Infine, durante il periodo di godimento dell’Ape Sociale il beneficiario non può ottenere altri trattamenti diretti previdenziali né conseguire redditi da lavoro se non al di sotto di 4.800 euro lordi all’anno.