Continua a infiammarsi il mercato obbligazionario sovrano dell’Italia, che più degli altri soffre in questa fase per le condizioni monetarie annunciate meno espansive nell’Eurozona. E oggi sarà decisivo il board della Federal Reserve, che potrà alzare i tassi d’interesse persino sopra le attese di uno 0,50%. Nel frattempo, il bond a 30 anni italiano è esploso a un rendimenti in area 4,70%. Ieri, il BTp 1 settembre 2051 e cedola 1,70% (ISIN: IT0005425233) si acquistava a poco più di 59 centesimi sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana.
Stando ai dati forniti da rendimentibtp.it, il rendimento netto ieri si attestava al 4,59% contro l’1,81% di inizio anno. I numeri sono un po’ diversi da quelli che si possono rinvenire su Investing.com. Ciò dipende dalla differenza di calcolo del rendimento derivante dalla quotazione sotto la pari. Non vi tedieremo con le disquisizioni tecniche.
Bond a 30 anni, confronto con inflazione attesa
Quale che sia il parametro usato, è indubbio che il bond a 30 anni sia diventato molto remunerativo. Sopra il 4% all’anno, praticamente è un affare. C’è il fattore inflazione, tuttavia, a seminare ancora qualche dubbio. Non sappiamo cosa accadrà ai prezzi al consumo da qui a pochi mesi, figuriamoci entro i prossimi tre decenni. Tuttavia, il mercato lancia segnali attraverso le sue valutazioni. Ad esempio, esiste il BTp€i 2051 allo scopo. Si tratta di un bond a 30 anni indicizzato all’inflazione dell’Eurozona rilevata dall’ISTAT. Ieri, offriva il 2,55% reale, cioè al netto proprio dell’inflazione.
Sulla base di questi numeri, deduciamo che il mercato si aspetti un’inflazione media del 2,10% nell’Eurozona per i prossimi decenni. Quanto all’inflazione italiana, sappiamo che negli ultimi anni tende ad essere inferiore alla media europea e lo stesso dicasi per le aspettative. Per tagliare la testa al toro, possiamo immaginare che nel lunghissimo periodo sia attesa intorno al 2%, che è anche il target BCE.
Poiché il bond a 30 anni offre un rendimento netto sopra il 4%, ciò significa che il dato reale si collocherebbe in area 2%. In altre parole, se acquistassimo oggi il BTp 2051, dovremmo attenderci un rendimento netto reale alla scadenza del 2% all’anno. Trattasi di un impiego fruttifero del capitale, anche se chiaramente solo a consuntivo sapremmo se davvero le aspettative d’inflazione si saranno rivelate azzeccate o errate, ed eventualmente in quale direzione.