Proseguono le sottoscrizioni del nuovo BTp Italia giugno 2030 con premio fedeltà. Uno strumento finanziario anti inflazione che non manca di attrarre i risparmiatori alla ricerca di investimenti adatti a difendersi dal caro vita.
Il tasso minimo garantito è pari al 1,60%, ma quello successivo potrebbe essere più alto. Lo comunicherà il Mef al termine del periodo di sottoscrizione, il prossimo 23 giugno. Chi mantiene il Btp Italia in portafoglio fino a scadenza incasserà anche il premio fedeltà pari al 1% del capitale.
BTp Italia 2030: imposte agevolate al 12,50%
Ma non è solo questo il vantaggio per i risparmiatori.
In pratica, sulle cedole si pagano trattenute pari al 12,50% anziché al 26% come previsto per azioni, bond corporate o bancari, fondi, Etf, ecc. Quindi un prelievo dimezzato che rende ancora più appetibile l’investimento nel BTp Italia.
La cedola annuale è corrisposta su base semestrale, pagabile a giugno e dicembre di ogni anno. Posto che l’interesse maturato sarà pari al 1,60% lordo, il risparmiatore incasserà l’1,40% al netto delle trattenute. Anche in caso di vendita del Btp a mercato con plusvalenza, il guadagno (capita gain) sarà tassato al 12,50%.
I Titoli di Stato non entrano in successione
Altro vantaggio che forse non tutti sanno è che il Btp Italia 2030 non è soggetto a imposta di successione. Dal 1990 (Dlgs n.346) Btp, Bot, CCt e altri titoli del debito pubblico italiano non concorrono a formare l’attivo ereditario. Pertanto al loro valore non si applica alcuna aliquota d’imposta.
Per la precisione, in base all’art. 12 del Dlgs 346/1990, i titoli di stato non concorrono a formare l’attivo ereditario. Pertanto questi strumenti finanziari non devono essere dichiarati perché non concorrono alla formazione dell’attivo in fase di successione.
Non solo. Non sono compresi nell’asse ereditario nemmeno i titoli di stato emessi da Paesi Ue o Extra Ue con i quali esistono scambi di informazioni fiscali reciproche (paesi white list), come anche i titoli emessi da enti locali (Comuni, Regioni, Province) o da organismi internazionali (Bei, Bers, Birs eccetera).
Sono esenti dalle imposte successorie anche i titoli equiparati ai titoli di Stato, come i Buoni fruttiferi postali e ultimamente anche i Pir, i piani individuali di risparmio.