Come potrebbero cambiare le pensioni se continuano ad aumentare i prezzi

L’esplosione dei prezzi al consumo avrà impatti pesanti anche sulle pensioni dal prossimo anno. Le previsioni di spesa destano forti preoccupazioni.
2 anni fa
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La forte e improvvisa ascesa dei prezzi avrà ripercussioni pesanti anche sulle pensioni. Dal prossimo anno gli assegni dovranno essere rivalutati in misura significativa in previsione di un’inflazione in salita al 6-7%.

Oltre 16 milioni di rendite dovranno essere rivalutate recependo i dati Istat sull’incremento dei prezzi al consumo. E per lo Stato il conto potrebbe essere salatissimo: non meno di 9 miliardi solo per il 2023, giusto per rivalutare le rendite esistenti.

Pensioni e inflazione, gli aumenti previsti

Recentemente l’Inps ha presentato all’Ufficio parlamentare di Bilancio (upB) un dossier per cui l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione avrebbe un impatto sui conti pubblici di 9 miliardi nel 2023.

Cifra che potrebbe salire, secondo le previsioni, a 16 miliardi nel 2024 e a 20,5 nel 2025.

Ai profila per lo Stato una manovra di bilancio pesante. Soldi che andranno stanziati insieme ai conguagli previsti a partire da gennaio 2023 per le rivalutazioni delle pensioni del 2022 (0,2% in più).

Un rincaro della spesa per le pensioni, quindi, che andrà a ricadere anche su altre prestazioni previdenziali che dovranno essere rivalutate e che allontana decisamente la possibilità di una riforma pensioni in deficit. Come anche già anticipato in precedenza dallo stesso premier Mario Draghi.

La rivalutazione degli assegni

C’è pure il rischio che non ci saranno soldi per tutti. In questo senso, i sindacati tornano a parlare di contributo di solidarietà dalle pensioni d’oro e d’argento. Ma soprattutto di limitare la rivalutazione delle rendite sopra un certo importo per destinare risorse ai redditi più bassi. A oggi, in base alla legge vigente e ai dati sull’inflazione 2022 (1,90%), la rivalutazione delle pensioni segue il seguente schema:

  • 1,90% fino a 2.6062,32 euro al mese;
  • 1,73% da 20.60,33 e 2.577,90 euro al mese;
  • 1,47% da 2.577,91 euro al mese in su.

Una scaletta che potrebbe cambiare dal 2023 orientando il legislatore a rivalutare ancora meno le pensioni appartenenti alla seconda e terza fascia, cioè quella oltre i 2.600 euro lordi al mese.

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Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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