Vediamo a che età andremo in pensione nel 2023. E, nello stesso tempo, come sfruttare le ultime uscite prima della riforma strutturale della previdenza pubblica. Visto che, al riguardo, per il prossimo anno si parla pure della possibile istituzione della Quota 104.
64 anni potrebbe essere la risposta. Riguardo a che età andremo in pensione nel 2023. Ma con delle penalizzazioni e con due possibili misure sul tavolo. Ovverosia, la cosiddetta pensione in due tempi. Oppure la pensione INPS con il ricalcolo con il sistema contributivo, e quindi con una penalizzazione sull’assegno.
A che età andremo in pensione nel 2023 e come sfruttare le ultime uscite prima della riforma
Nel dettaglio, con la pensione in due tempi, su a che età andremo in pensione nel 2023, la prima quota dell’assegno sarebbe pagata proprio a partire dai 64 anni. Per la parte con il contributivo. Per poi prendere tutto l’assegno solo a 67 anni di età. Quando si aggiungerà pure la quota di pensione con il sistema retributivo.
Pur tuttavia, maturati i requisiti, chi non vuole correre brutte sorprese, su a che età andremo in pensione nel 2023, può sempre far leva sugli scivoli pensionistici in essere. Ricordiamo allora quali sono quelli principali. Da Opzione Donna 2022 all’Ape Sociale. Passando per la Quota 102.
Quali sono gli scivoli pensionistici in essere, da Quota 102 all’Ape Sociale
Chiarito a che età andremo in pensione nel 2023, con Opzione Donna 2022 le lavoratrici possono ritirarsi dal lavoro a 58-59 anni. Con 35 anni di contributi previdenziali versati. Mentre per l’Ape Sociale 2022 il requisito anagrafico è fissato a 63 anni. E si sale ancora con la Quota 102. Per la quale sono richiesti 64 anni di età e 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati. Massima attenzione, inoltre, alla proroga Opzione Donna 2023 con una novità che la rende più vantaggiosa: ecco quale.