Obbligo del POS, ecco cosa cambia davvero e quali numeri ha l’Italia

Ultimi giorni prima che scatti l'obbligo del POS. Cerchiamo di capire cosa cambi davvero e quali sono i numeri dei pagamenti elettronici.
2 anni fa
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Commissioni pagamenti POS meno costose?

Ultimi giorni prima che scatti l’obbligo di dotarsi del POS per consentire ai clienti di effettuare i pagamenti con carta di credito o bancomat. La misura riguarda tutti gli offerenti prodotti e servizi, per cui anche i liberi professionisti come gli avvocati, i commercialisti e i tassisti. Ma parlare di obbligo del POS appare improprio, nel senso che esso non scatterà dopo il prossimo 30 giugno. Tale obbligo fu previsto già nel 2012 quando arrivò al governo il Prof Mario Monti.

Semplicemente, finora non era stata fissata alcuna sanzione a carico dei trasgressori. La legge la previde a partire dall’1 gennaio 2023, ma di recente il governo Draghi ne ha anticipato l’entrata in vigore di sei mesi.

La sanzione ammonta a un fisso di 30 euro più il 4% della transazione rifiutata. Ad esempio, se andate al ristorante e alla cassa rifiutino di accettare la vostra carta per pagare un conto di 100 euro, in teoria scatterebbe a carico dell’attività una sanzione di 34 euro. Ma la stessa legge esclude i casi di “impossibilità tecnica” dal novero delle sanzioni. Quali sono? Sembra un riferimento all’assenza di connettività. Nell’esempio sopra indicato, però, il cliente potrebbe teoricamente rifiutarsi di pagare e rinviare il pagamento a quando il POS sarà stato riattivato.

Il trend dei pagamenti elettronici in Europa

Ma il vero problema dell’obbligo del POS è forse un altro: a chi spetta monitorarne l’attuazione nel concreto? Volendo essere sinceri, ci appare molto raro il caso di un cliente che, vedendosi rifiutato i pagamenti elettronici, chiami le Forze dell’Ordine per fare sanzionare il commerciante o il libero professionista. Si rischia una sorta di “norma manifesto” di cui è piena la legislazione italiana.

Quando parliamo di pagamenti elettronici, diciamo spesso che l’Italia sia molto indietro rispetto agli altri paesi europei. Cosa dicono i numeri? I dati della Banca d’Italia riferiti al 2020 ci segnalano una situazione tutt’altro che di arretratezza.

Abbiamo il record continentale dei POS attivati, circa 3,7 milioni contro i 2,2 milioni della Francia e gli 1,4 milioni in Germania. Semmai, ciascun POS effettua molte poche transazioni all’anno: appena 1.009 contro le 5.412 in Francia e le 4.316 in Germania. E qui è probabile che la responsabilità sia dei clienti, cioè sarebbero in pochi a voler pagare con carta rispetto al resto d’Europa.

Pagamenti elettronici e obbligo del POS

Obbligo del POS falso problema

Ma noi italiani vantiamo anche un altro record: abbiamo la transazione d’importo medio più elevato. Con 69 euro battiamo di gran lunga tutti gli altri paesi, tra cui Francia (39) e Germania (48). In pratica, in Italia a pagare con carta siamo in pochi e generalmente lo facciamo per grossi acquisti. All’estero pagano in più e per acquisti minuti. Facendo un rapido calcolo, otteniamo quanto segue:

  • 227,40 mld ITALIA = 13,7% PIL
  • 470,89 mld FRANCIA = 20,4% PIL
  • 168,74 mld SPAGNA = 15% PIL
  • 290,24 mld GERMANIA = 8,6% PIL

Le transazioni effettuate al POS ammontavano nel 2020 a 227,40 miliardi di euro in Italia, pari al 13,7% del PIL. In Francia erano più che doppie in valore, incidendo per il 20,4% del PIL. La Spagna ci superava di non molto con quasi 170 miliardi, il 15% del PIL. Infine, la Germania pagava con carta per 290 miliardi, appena l’8,6% del PIL. Ciò conferma quanto i tedeschi siano affezionati al contante anche più di noi italiani. Da questi numeri emerge che il problema dell’Italia non sia certo l’obbligo del POS o meno. E dal 30 giugno non cambierà concretamente quasi nulla.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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