I rendimenti obbligazionari sono finalmente risaliti dopo aver sostato per troppi anni su livelli infimi e spesso nominalmente negativi. Ma dato il contestuale rialzo dell’inflazione, si mostrano ancora decisamente sottozero in termini reali e persino più di pochi mesi addietro. Risulta ancora oggi difficile inserire in portafoglio titoli con rendimenti reali positivi, specie restando sui mercati avanzati. Il caso che vi proponiamo è peculiare. Parliamo di obbligazioni senza cedola emesse dalla Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS), gruppo facente capo alla Banca Mondiale.
Obbligazione senza cedola, ecco il rendimento
L’emittente ha rating AAA/Aaa assegnati dalle principali agenzie di valutazione internazionali. Questo significa che il rischio di credito è considerato praticamente nullo. In altre parole, qui stiamo parlando di un investimento sicuro sul piano delle probabilità di restituzione del capitale. Essendo obbligazioni senza cedola, l’investitore percepisce un guadagno solamente dalla differenza tra il capitale rimborsato alla scadenza e il prezzo pagato per l’acquisto. Ieri, sull’EuroMoT di Borsa Italiana la quotazione si attestava a 17,69 centesimi.
A questo prezzo, il rendimento lordo risulta essere del 12,33%. Come arriviamo a questo dato? Da qui alla scadenza delle obbligazioni senza cedola ci sono quasi 15 anni. Il rendimento complessivo del bond è dato da 100 – 17,69 = 82,21. Rapportato al prezzo dell’investimento (17,69), in termini percentuali siamo al 465%. Per giungere al rendimento su base annua, dobbiamo calcolare gli interessi con la formula della capitalizzazione composta: 1 + r ^ 1/14,89, dove r è il rendimento totale sopra ottenuto (4,65) e 14,89 gli anni che ci separano dalla scadenza.
Capite benissimo che, per quanto a rischio di credito quasi zero, l’obbligazione senza cedola presenti un rischio di cambio, essendo denominata nella valuta brasiliana. E’ per questo che offre un rendimento così alto. Pensate che il Bund a 15 anni della Germania, titolo con rating tripla A in euro, ancora ieri rendeva intorno a 1,40%.
Il rischio di cambio
L’obbligazione senza cedola risente inevitabilmente dell’andamento del cambio del real. Essa è di tipo “dual currency”, cioè l’unico pagamento alla scadenza sarà effettuato in dollari sulla base del cambio euro-dollaro ed euro-real alle scadenze indicate nel prospetto informativo. Quest’anno, il real si è apprezzato del 15% contro l’euro, sebbene abbia perso quasi il 55% negli ultimi dieci anni. In teoria, l’emissione consentirebbe all’obbligazionista di percepire un rendimento reale positivo anche nel caso in cui il real si deprezzasse contro l’euro ai ritmi medi dell’ultimo decennio.
A chi si rivolge un simile investimento? A chi può privarsi della liquidità fino alla scadenza o per un periodo non breve, rischiando qualcosa per via del tasso di cambio. Considerate che il lotto minimo di 10.000 real corrisponde ad appena 1.820 euro, alla portata di tutte le tasche. Ma essendo un’obbligazione senza cedola, la “duration” coincide con gli anni di vita residua, cioè di circa 14,9 anni. E si tratta di un livello elevato per un investitore individuale, per cui l’investimento andrebbe effettuato con la dovuta prudenza. Il prezzo risulta essere, infatti, molto sensibile alle variazioni dei tassi di mercato.