Dopo tutti i blocchi e limitazioni posti dal legislatore alla cessione crediti relativa ai bonus casa (110, bonus ristrutturazione, ecc.) molte imprese hanno crediti incagliati nel cassetto fiscale. Sono quelli non accettati dal cessionario.
Il rischio di fallimento per le imprese è alto. Sbloccare la cessione del credito, dunque, è importante in quanto permetterebbe agli operatori coinvolti di rientrare con quelle liquidità necessaria per continuare a “sopravvivere”.
Ecco, quindi, che pervengono proposte a tale fine. Su tutte quelle di Confartigianato.
Bonus basa, le proposte per sbloccare i crediti
In particolare, per rimettere in moto il mercato della cessione crediti bonus casa e far ripartire i cantieri, Confartigianato propone di:
- ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali
- permettere l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non fruita e derivante dalla concessione di sconti in fattura. Ciò in soccorso a quelle imprese che hanno concesso lo sconto in fattura negli ultimi mesi dell’anno 2021 ma non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti
- riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione cessione crediti e sconto in fattura, scaduto il 29 aprile 2022. Si chiede di eliminare la presenza di un termine rigido in tal senso
- semplificare e unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione. Questo al fine di garantire tempi ragionevoli e sufficiente certezza tra gli operatori-imprese che confidano nella monetizzazione del credito.
Si propone anche la possibilità di conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato (Nota di Confartigianato).