Il governo starebbe per introdurre un’ulteriore modifica al reddito di cittadinanza. Modifica che, nemmeno a dirlo, andrà in senso restrittivo. L’obiettivo è sempre lo stesso, accorciare il più possibile il periodo di permanenza all’interno di questo regime di sussidio.
In Italia, secondo un recente report dell’ISTAT, le offerte di lavoro ci sarebbero pure ma, spesso, queste non vengono accettate, soprattutto dai percettori di reddito di cittadinanza.
Ancor più ingeneroso è il caso della Campania, dove nella piattaforma MyAnpal sono presenti 9945 posti di lavoro offerti, ma i percettori del reddito di cittadinanza li rifiutano.
La nuova proposta, attualmente in fase di discussione in parlamento ma che ha già trovato il favore di un’ampia maggioranza, consentirebbe ai privati di proporre ai percettori di reddito di cittadinanza un’offerta di lavoro per chiamata diretta (scavalcando così centri per l’impiego e navigator). Il rifiuto, ovviamente, potrebbe comportare la perdita del beneficio.
Reddito di cittadinanza, ecco come potrebbe cambiare col DL Aiuti
La nuova proposta è stata presentata dal centro destra con un emendamento al decreto aiuti, ed è già stata approvata dalle commissioni della Camera. Nonostante i recenti scossoni tra il leader del movimento 5 stelle Giuseppe Conte e il Premier Mario Draghi, tale provvedimento, molto probabilmente, diventerà presto operativo.
Ricordiamo che tale modifica, seppur voluta dai partiti di centro destra, ha trovato il favore di un’ampia parte del parlamento, compresi dimaiani e i parlamentari del PD.
La norma, sostanzialmente, consentirebbe anche agli imprenditori di proporre una offerta di lavoro ai percettori di reddito di cittadinanza, per chiamata diretta. In questo modo, saranno scavalcati i centri per l’impiego e i navigator, ai quali poi dovrà essere comunicata l’eventuale accettazione o il rifiuto dell’offerta.
- il numero di offerte di lavoro rifiutabili prima della decadenza dal beneficio è sceso da 3 a 2;
- la prima offerta di lavoro potrà arrivare entro 80 chilometri dal luogo di residenza del cittadino, la seconda da qualsiasi parte d’Italia;
- decurtazione da 5 euro al mese per i soggetti “occupabili” a partire dal mese successivo a quello in cui si sia rifiutata la prima offerta di lavoro congrua.