Obbligazioni in rand sudafricani sfuggite alla crisi del mercato

Le obbligazioni sovranazionali della Banca Europea per gli Investimenti e denominate in rand sudafricani esitano quest'anno valori positivi
2 anni fa
1 minuto di lettura
Obbligazioni BEI in rand sudafricani

Sono stati mesi pesanti per il mercato obbligazionario globale. Migliaia di miliardi di dollari andati in fumo con la risalita dei rendimenti più veloce del previsto. Il prezzo più alto lo hanno pagato le scadenze più lunghe, le quali negli anni passati erano arrivate ad offrire rendimenti a dir poco ridicoli, spesso prossimi allo zero. In questo marasma è risultato quasi impossibile sfuggire alle perdite. Persino gli investitori istituzionali più avveduti non hanno potuto che accusare il segno negativo. Ma quel “quasi” sottintende che non è sempre stato così.

Le obbligazioni in rand sudafricani di cui vi daremo conto nel prosieguo dell’articolo rappresentano una interessante eccezione.

Stiamo parlando del titolo emesso nel 2017 e con scadenza il 5 maggio 2027 (ISIN: XS1605368536). Fu collocato sul mercato dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), un’entità sovranazionale con rating AAA, per cui dal rischio di credito nullo. Venerdì scorso, quotava a quasi 98,50 centesimi, a cui corrispondeva un rendimento lordo alla scadenza dell’8,42%. Questo bond stacca, infatti, una cedola sostanziosa dell’8%. Debuttava nel 2022 con una quotazione a 105,50, per cui quest’anno ha perso intorno al 6,60%. In quali termini, allora, sarebbe sfuggito alla crisi del mercato? Nello stesso frangente, il rand sudafricano ha guadagnato contro l’euro il 5,6%. Al netto dell’effetto cambio, quindi, le obbligazioni in rand esitano una perdita superiore all’1%.

Obbligazioni in rand, esempio d’investimento

Tuttavia, dobbiamo ancora considerare la cedola. In questi sei mesi e rotti, ci avrebbe fatto percepire un tasso effettivo del 4%, rapportandolo al valore dell’investimento. Nel complesso, le obbligazioni in rand ci avrebbero reso il 3% in poco più di sei mesi. Cerchiamo di capirlo con un esempio concreto. L’1 gennaio scorso avremmo acquistato un lotto minimo di 5.000 rand per 290,63 euro al cambio di allora (18,15), tenuto conto della quotazione sopra la pari. Venerdì, avremmo rivenduto il titolo per 4.923,50 rand, pari a 286,42 euro (cambio: 17,19).

La nostra perdita sarebbe stata dell’1,45%.

Tuttavia, il 5 maggio scorso avremmo incassato una cedola dell’8%, cioè di 400 rand. Al cambio di quel giorno (16,86), sarebbero stati 23,72 euro. Ma è anche vero che all’atto dell’investimento avremmo dovuto corrispondere al venditore il rateo attivo (per lui) pari a circa 264 rand, 14,55 euro. E rivendendo le obbligazioni in rand, l’acquirente ci avrebbe corrisposto il rateo di circa 70 rand per il periodo di detenzione che va dal 5 maggio all’8 luglio. Altri 4,08 euro incassati.

In definitiva, avremmo speso 290,63 euro a titolo di capitale e altri 14,55 euro per il rateo della cedola. E avremmo incassato 286,42 euro per via della rivendita del bond, oltre alla cedola maturata a maggio per 23,72 euro e il rateo attivo di 4 euro. In totale, il saldo sarebbe risultato attivo di 9,04 euro, pari al 3% dell’investimento iniziale. Possono sembrare piccole cifre, ma in un periodo come questo è già tanto che siano sopra lo zero.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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