Domani sarà uno spartiacque per il mercato obbligazionario dell’Eurozona. La BCE terrà il board, al termine del quale alzerà i tassi d’interesse per la prima volta dopo undici anni. Renderà noti anche i meccanismi di funzionamento del cosiddetto scudo anti-spread annunciato a giugno dopo un board d’emergenza. Era la metà del mese e da quel momento i rendimenti sovrani italiani smisero di salire, così come nel resto del Sud Europa. Lo spread, che puntava a 250 punti base o 2,50%, si è ristretto perlopiù intorno alla soglia dei 200 punti o 2%.
Parliamo del vecchio trentennale. Prima delle rassicurazioni della BCE contro i rischi di frammentazione monetaria, la quotazione era sprofondata a meno di 59 centesimi. Ieri, superava i 69 centesimi. In poco più di un mese, è risalita di oltre il 17%. Al netto dell’imposizione fiscale del 12,50%, la plusvalenza realizzata dall’obbligazionista ha superato il 15%. Per contro, chi avesse deciso oggi di acquistare il BTp 2051, rispetto a un mese e qualche giorno fa si ritroverebbe in portafoglio un bond dell’1,25% meno remunerativo.
Il minore rendimento cumulato alla scadenza si aggira intorno al 36%. Una maxi-perdita elevatissima, in termini di minore guadagno da qui ai prossimi 29 anni e rotti. Il BTp 2051 sintetizza perfettamente pregi e rischi dei bond con elevata “duration”. Performano molto bene quando i tassi scendono, come sta accadendo da metà giugno. Perdono tantissimo quando i tassi salgono. Solo quest’anno fino ai minimi di un mese fa, segnava un pesante -37%.
Tornata l’ora di acquistare il BTp 2051?
La cedola netta effettiva, cioè rapportata al prezzo di acquisto e tenuto conto dell’imposta, si attestava ieri al 2,15%. Non male in un’ottica di medio-lungo termine. Che sia arrivata l’ora di acquistare? In realtà, il mercato sovrano italiano non avrebbe smesso di arretrare.
C’è anche il serio rischio che i mercati restino delusi dello scudo anti-spread, che si rivelerà con ogni probabilità tutt’altro che efficace per proteggere i titoli di stato italiani dalle vendite speculative. Infine, la crisi di governo non aiuta. Anche se il premier Mario Draghi restasse in carica, al massimo tra 8-9 mesi si terranno le nuove elezioni politiche e uscirà da Palazzo Chigi.
Se, però, puntate a tenere il BTp 2051 in portafoglio per un periodo sufficientemente lungo da poter superare tali tensioni e ritenete un rendimento netto superiore al 3% già sufficientemente allettante, l’acquisto sarebbe un’opzione più che valida. Se la BCE riuscisse a centrare presto il suo target d’inflazione al 2%, questo bond vi offrirebbe un guadagno netto reale nell’ordine di oltre l’1% all’anno.