Reddito di cittadinanza, perché non funziona? Ecco i motivi

Il Comitato scientifico di valutazione del reddito di cittadinanza spiega i motivi per cui il reddito di cittadinanza non sta funzionando
2 anni fa
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Reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è nato come strumento di contrasto alla povertà, individuale e familiare. Il principale criterio per accedervi non è la mancanza di una occupazione, ma l’insufficienza delle risorse proprie e della propria famiglia.

I beneficiari del sussidio sono, comunque, tenuti a rispettare tutti gli impegni individuati dai servizi competenti finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro (Centri per l’impiego) e all’inclusione sociale (servizi sociali comunali).

Questo è quanto, espressamente, ribadito dal Comitato scientifico di valutazione del reddito di cittadinanza in apposito documento di studio.

Nell’analisi sono spiegati anche i motivi per cui la misura non ha portato i frutti sperati.

Gli obiettivi del reddito di cittadinanza

Obiettivo del reddito di cittadinanza, ricorda il Comitato scientifico, è quello di garantire a chi lo riceve di poter soddisfare i bisogni fondamentali, propri e della propria famiglia, e vivere dignitosamente. Quindi:

  • una abitazione (con i costi connessi)
  • alimentazione sufficiente
  • vestiario
  • un minimo di mobilità
  • ecc.

Il tutto accompagnato da politiche attive di lavoro al fine di aiutare i percettori del sussidio a trovare un’occupazione lavorativa. Anche se da più parti si chiede l’abolizione reddito cittadinanza.

Le evidenze del Comitato scientifico

Nel documento studio sul reddito di cittadinanza, gli esperti hanno messo in luce tutte le criticità della misura. E’ evidenziato come la maggior parte dei beneficiari non è “occupabile” nel breve-medio periodo, per l’età, le condizioni di salute, i carichi familiari, l’estrema lontananza dal mercato del lavoro.

Allo stato attuale, circa la metà dei beneficiari del sussidio è indirizzata NON ai centri per l’impiego, ma ai servizi sociali comunali, per la stipula di un patto di inclusione.

Inoltre anche chi è occupabile, deve poter soddisfare i propri bisogni e quelli dei propri familiari. Questo significa aver bisogno di un sostegno economico fino a quando, riuscirà a trovare un’occupazione che consentirà di uscire dalla povertà.

Tuttavia, il comitato sotto l’aspetto occupazionale, si esprime evidenziando che l’obiettivo di accompagnamento verso un lavoro purtroppo non sempre è effettivamente perseguito. Questo perché in Italia le politiche attive del lavoro sono carenti o addirittura assenti.

A ciò si aggiunge il fatto che i Centri per l’impiego non sono sempre sufficientemente attrezzati a questo fine.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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