Tra il dire e il fare c’è (sempre) di mezzo il mare. Purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista. Nella maggior parte dei casi vale la prima opzione. Perché tra il fare una promessa e darle il giusto seguito, soprattutto quando si parla di politica, spesso le strade sono lunghe e tortuose. E per chi aspetta, vale la pena tenersi un (legittimo) beneficio del dubbio. Per questo in ottica delle prossime elezioni, considerando gli affanni della legislatura al tramonto, meglio mantenersi guardinghi rispetto a ipotesi di alleggerimento sulle tasche dei contribuenti.
Il programma del Centrodestra
Il Centrodestra ad esempio, Salvini in primis, ha più volte fatto leva sulla possibilità di una nuova flat tax, oltre che sull’alleggerimento delle cartelle esattoriali che gli italiani non riuscirebbero a saldare. Tema preso per vie traverse anche dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ha a più riprese insistito sulla tassazione leggera per le imprese che assumono nuovo personale. Tuttavia, nell’ottica dello sgravio fiscale, nella bozza del programma concordato all’interno della coalizione la flat tax ha brillato per la sua poca concertazione. L’obiettivo di Salvini di applicarla ai redditi dei dipendenti con aliquota al 15% era di fatto la vela principale dell’imbarcazione fiscale che il Cdx aveva messo sulle acque della campagna elettorale.
Il futuro della flat tax
Eppure, la divergenza di veduta si annusa anche su altri capitoli del programma. Per la flat tax si dovrebbe arrivare a dama portando l’estensione alle Partite Iva fino a 100 mila euro di fatturato. Oltre che con l’incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti (oltre che ampliandola per famiglie e imprese). Un quadro complessivo che, a prima vista, favorirebbe solo chi guadagna fino a 100 mila euro l’anno. Oltre che i pochi eletti che riusciranno ad aumentare i guadagni rispetto all’anno prima. A mitigare sarebbe il costo: “solo” 13 miliardi, più un’altra sterzata rispetto al programma iniziale, con aliquota unica al 15% per pensionati e dipendenti. Ma anche così qualcuno rischia di restare fuori, soprattutto le piccole partite Iva. La soluzione potrebbe essere la no tax area a 13 mila euro, parte di una possibile fase 3 del programma elettorale.
Occhio alle promesse
Tuttavia, per tornare al discorso iniziale, allargarsi troppo con le promesse potrebbe sortire un effetto boomerang. E, secondo Il Messaggero, qualcuno lo avrebbe suggerito anche al leader della Lega, visto che più di una voce avrebbe mostrato scetticismo per quel che riguarda i tagli abbondanti. Di sicuro c’è l’obiettivo della revisione. E, almeno in questo senso, tutti sembrano remare dalla stessa parte. Capitolo a parte sul Reddito di Cittadinanza: Meloni ha già detto di voler puntare sul Reddito di solidarietà, ossia 650 euro a famiglie con minori o disabili e ai non occupati over 60.