Sicuramente con il prossimo decreto fiscale, cioè con il collegato alla legge di Bilancio che ogni anno accompagna la manovra, il governo, qualunque esso sia, provvederà a nuovi strumenti in aiuto dei contribuenti indebitati. Sicuramente le cartelle esattoriali saranno argomento centrale della campagna elettorale insieme alla lotta all’evasione fiscale. Si parla già di nuove sanatorie con nuove rottamazioni le cartelle e provvedimenti simili. Ma su rottamazione cartelle e condoni, quello che nessuno dice sui limiti delle sanatorie è un argomento che necessita di approfondimento.
“Ho sentito parlare di nuove sanatorie sulle cartelle esattoriali in arrivo. Ho già aderito alla seconda rottamazione delle cartelle sulla quale sto pagando ancora le rate. Premetto che ho avuto non poche difficoltà a seguire il piano dilazionato concesso. Ciò che non riesco a capire è come mai continuano ad arrivare cartelle a mio nome nonostante la rottamazione. Credevo che con le rate avrei messo una pietra sopra i miei debiti. Sarò costretto a ripresentare domanda anche con la nuova sanatoria se davvero verrà introdotta?”
Da una rottamazione all’altra ma sempre debiti ci sono
La rottamazione delle cartelle è senza dubbio il provvedimento principale con cui gli ultimi governi hanno deciso di intervenire per ripulire il portafoglio crediti dell’Agenzia delle Entrate e per agevolare gli indebitati nel mettersi in regola. La rottamazione delle cartelle è nata nel 2016 con il governo di allora presieduto da Matteo Renzi. L’anno successivo fu varata la rottamazione bis con il governo guidato da Paolo Gentiloni. Infine il governo Conte nell’ultima legislatura, ha introdotto la rottamazione ter. E adesso già si parla di un quarto provvedimento da varare per l’anno 2023. È evidente che se sono stati necessari provvedimenti successivi al primo, parlare di cancellazione di tutte le posizioni debitorie dei contribuenti interessati, e esercizi azzardato.
Tutte le limitazioni delle sanatorie delle carelle esattoriali
In effetti alcune limitazioni nelle rottamazioni delle cartelle sono evidenti. Ma è anche vero che ci sono limitazioni che sono inevitabili e fisiologiche dal momento che si parla di cartelle esattoriali. Ogni rottamazione ha interessato cartelle fino ad un determinato periodo. Per esempio le cartelle esattoriali 2019 non rientrano in nessun provvedimento di sanatoria. Il sistema della riscossione italiana e assai particolari. Infatti le cartelle esattoriali fanno riferimento a tributi, tasse e imposte evase. E poi ci sono naturalmente multe e contravvenzioni, soprattutto del Codice della Strada. Fino a quando un debito nei confronti di un ente pubblico non diventa di gestione dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, non si può parlare di cartella esattoriale. In genere chi deve qualcosa, viene prima di tutto sollecitato a pagare da parte dell’ente a cui il pagamento sarebbe dovuto. Per esempio un bollo auto non pagato alla propria Regione di residenza, prima di diventare cartella e quindi di passare alla riscossione forzosa, passa da tentativi di riscossione da parte dell’ente. Si inizia con avvisi, solleciti e notifiche. Ma è evidente che fin quando questo debito non diventa ruolo non può rientrare in nessun provvedimento di rottamazione.
Un controllo è sempre opportuno da parte del contribuente
È evidente che alla nostra lettrice continuano ad arrivare cartelle di debiti diventati ruolo dopo la presentazione della domanda di rottamazione. Controllare da dove derivano queste cartelle è sempre importante. Anche perché il governo Conte oltre alla rottamazione ter ha introdotto anche il saldo e stralcio, così come la cancellazione delle cartelle esattoriali troppo obsolete. In pratica ci sono cartelle diventate ruolo entro il 2010, che se di importo inferiore ad una determinata soglia sono state cancellate in ufficio.