In pensione prima dei 67 anni e le vie possibili anche nel 2022 

Non sempre è necessario attendere i 67 anni di età per andare in pensione, perché sono tante le vie di pensionamento anticipato 
2 anni fa
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pensione

Come andare in pensione prima dei 67 anni di età è uno dei principali quesiti che riguardano gli italiani. 67 anni di età infatti è l’età pensionabile per la quiescenza di vecchiaia. Un’età da molti considerata troppo elevata soprattutto per chi ha carriere o tipologie di attività tali da non consentirgli l’accesso alle misure di pensionamento anticipato. Effettivamente sono tante le misure che consentono di uscire dal lavoro prima dei 67 anni di età ma sono misure piene di paletti e con requisiti abbastanza specifici.

E soprattutto, spesso prevedono carriere troppo lunghe di contributi. Per esempio 30 anni di contribuzione versata possono essere una enormità per chi svolge lavori piuttosto pesanti, ma sono insufficienti per la stragrande maggioranza delle prestazioni pensionistiche differenti dalla pensione di vecchiaia ordinaria. In pensione prima dei 67 anni però è possibile anche se difficile.  

“Buongiorno, vorrei sapere se io e mia sorella, entrambe single ed entrambe al lavoro, abbiamo possibilità di pensionarci. Io ho 64 anni di età, mia sorella 61. Siamo tutti e due impiegate nello stesso ufficio vendite di un’azienda del mobile. Io dal 1990, mia sorella dal 1998. Cosa possiamo sfruttare per lasciare il lavoro prima dei 67 anni di età?” 

Pensioni anticipate, quando è una cosa fattibile 

In base alla domanda della nostra lettrice, è evidente che più che una analisi della propria situazione contributiva utile alla pensione, l’interessata cerca di capire quali misure possono fare al suo caso. Anche perché le informazioni date non sono complete di molti dei dati necessarie per poter dare un quadro esatto della situazione per ognuna delle due sorelle. La nostra lettrice che ha 64 anni, al momento sembra tagliata fuori da qualsiasi possibilità. Se è vero che ha lavorato come impiegata d’ufficio dal 1990 la pensione anticipata contributiva per la quale bastano 64 anni di età e vent’anni di contributi versati non gli spetta. Infatti dovrebbe avere il primo contributo versato dopo il 1995.

  

Quando la pensione arriva prima in base all’anno di versamento dei contributi 

La sorella invece, non rientra in questa misura per via dell’età, perché deve avere 64 anni e invece ne ha solo 61. Effettivamente la sorella ha il primo contributo versato nel 1988 e quindi, se non ha precedenti attività lavorative coperte da contributi, non può essere un profilo adatto alla pensione anticipata contributiva. Pure la quota 102 consentirebbe l’uscita a 64 anni. Servono però 38 anni di contributi versati. Se la nostra lettrice, ha almeno 6 anni di contribuzione raccolti prima di prendere servizio nell’azienda del mobile da lei citata, potrebbe uscire dal lavoro immediatamente. 

Vie di pensionamento anticipato per tutti non ne esistono
 

Per entrambe poi, ci sarebbe la possibilità di sfruttare opzione donna, purché risultino completati 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021. È evidente che per entrambe servono ulteriori anni di contributi versati oltre a quelli da impiegate l’ufficio che la lettrice è indicato. In definitiva poche le possibilità per queste due lavoratrici per accedere ad una pensione prima dei 67 anni di età. Infatti non esistono misure tali da consentire a chiunque un pensionamento anticipato. La situazione particolare che si viene a manifestare per entrambe e che potrebbero avere diritto ad uscire dal lavoro tutte e due nel 2025.  

 

A volte conta pure l’ammontare dell’assegno pensionistico 

Infatti la lavoratrice potrà nel 2025 accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria, mentre la sorella alla prima citata pensione anticipata contributiva. Quest’ultima però deve sapere che oltre al requisito anagrafico e contributivo ci sarebbe da centrare anche quello dell’importo della prestazione. Infatti per poter andare in pensione serve che l’assegno sia pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Va sottolineato infine che quanto detto in risposta al quesito, è allo stato attuale delle cose. Perché molto potrebbe cambiare già con la legge di Bilancio di fine anno.

Senza considerare poi le variazioni fisiologiche dei requisiti di accesso alle pensioni per via di eventuali collegamenti all’aspettativa di vita o di eventuali modifiche normative dei legislatori. 

 

Le misure per particolari attività lavorative 

Se qualcuno si chiede perché non abbiamo fatto riferimento a misure per i lavori gravosi o usuranti nel rispondere alla lettrice, la risposta è semplice. Essendo impiegate d’ufficio, non rientrano nelle misure di pensionamento anticipato come l’Ape sociale a partire dai 63 anni o come lo scivolo usuranti con 61 anni e 7 mesi di età. Inoltre, entrambe le lavoratrici non sono disoccupate e pare non abbiano problematiche di invalidità o di invalidi a casa. Per questo l’Ape sociale non dovrebbe riguardarle visto che non rientrano in nessuna delle 4 tipologie di soggetti a cui la misura si rivolge (invalidi, caregivers, disoccupati e lavori gravosi).
 

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