La sinistra vuole una patrimoniale per i ricchi ma che colpisce tutti

Una patrimoniale sulle grandi ricchezze sarebbe utile per riequilibrare la distribuzione dei redditi. Ma non funzionerebbe per via di un difetto di fondo.
2 anni fa
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patrimoniale

La patrimoniale si riaffaccia come un incubo ricorrente alla vigilia delle elezioni. Per la sinistra rappresenta la soluzione ideale per riequilibrare la distribuzione delle ricchezze. Per la destra, il solito disco rotto che non porta a nulla.

Il Pd mette ancora una volta l’accento sulla necessità di colpire le grandi ricchezze, quelle superiori a 5 milioni di euro di patrimonio. Ben sapendo che fra il dire e il fare ci sta di mezzo il mare perché una patrimoniale del genere non porterebbe a nulla di utile per il Paese.

Vediamo perché.

Una patrimoniale solo per i ricchi

Lo strumento principe sarebbe quello di rivedere le aliquote delle imposte di donazione e successione che in Italia rappresentano un vero e proprio paradiso fiscale. Con un debito pubblico ormai a livelli astronomici, la necessità di una (ulteriore) patrimoniale ai più facoltosi non sarebbe nemmeno un’idea sbagliata, se ciò portasse a migliorare il benessere generale.

E, arrivati a questo punto, l’imprenditore Carlo De Benedetti ha più volte detto che una patrimoniale sulle grandi ricchezze, benché impopolare, è giusta e necessaria. Per ridurre le diseguaglianze sociali, ma anche per fare cassa.

Ma non è così semplice. I numeri smentiscono le teorie della sinistra. Di fatto i ricchi con più di 5 milioni di euro di patrimonio aggredibile in Italia sono pochissimi. Chi ha ingenti capitali ben si guarda dal lasciarli tutti in Italia.

Così si andrebbe a pescare laddove si raccoglie poco o nulla mettendo in piedi una imposta patrimoniale, non solo impopolare, ma addirittura anacronistico e senza senso. A meno che questa mossa serva solo come facciata, poi in realtà si andrebbe a colpire tutte le ricchezze, non solo le grandi, ma anche quelle piccole. Lì sì che si farebbe centro.

Rischio aumento dell’Imu e imposte sulle successioni

La strada che eventualmente sarebbe seguita, anche se non lo si dice apertamente, è quella che porta a colpire i beni immobili.

Quelli che non possono essere nascosti, a differenza dei capitali che sfuggirebbero alla tassa patrimoniale.

Si arriverebbe all’inasprimento dell’Imu e al rincaro delle imposte per donazioni e successioni. Poi ogni giustificazione sarà valida: dall’emergenza energetica alla necessità di abbattere l’inflazione, ecc. Se poi lo chiedesse l’Europa, ancora meglio.

Al momento non c’è alcuna patrimoniale in arrivo e difficilmente la sinistra vincerà le elezioni. Resta però da capire come farà l’Italia a sostenere il peso del debito pubblico accumulato finora se l’economia non cresce.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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