Gli eredi possono recuperare i soldi del defunto in banca o alle Poste senza successione all’Agenzia delle Entrate

Non deve per forza di cose essere presentata la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate per poter recuperare i soldi di un defunto da parte degli eredi.  
2 anni fa
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successione

La dichiarazione di successione è un adempimento obbligatorio nel momento in cui muore una persona e lascia dei beni agli eredi. Si tratta del principale adempimento a cui sono chiamati proprio gli eredi di un defunto nel momento in cui questo passa a miglior vita. La successione serve innanzitutto per pagare le imposte al Fisco. Ma è un adempimento importante anche dal punto di vista degli eredi affinché possano subentrare nel possesso dei beni del defunto, tanto immobili che mobili. Anche i soldi in banca lasciati dal defunto passano gli eredi.

Negli istituti di credito, dalle banche agli uffici postali, per liquidare i soldi fermi sui conti e sui depositi di un defunto, agli eredi chiedono una copia della dichiarazione di successione. Ci sono delle regole però che vanno considerate perché non sempre per farsi liquidare i soldi da una banca serve l’aver espletato l’adempimento. 

Quando banca e poste chiedono la dichiarazione di successione sbagliando

 

“Spettabile redazione, a giugno ho perso mio padre. Dopo una lunga malattia mio padre è morto ed io, insieme a mio fratello e mia madre siamo gli unici eredi rimasti in vita. Prima di morire mio padre ha provveduto a dividere le sue proprietà tra me e mio fratello, con diversi atti di donazione. La casa dove abita mia madre è diventata mia, mentre un altro immobile di mio padre è diventato di mio fratello. Mia madre ha la cosiddetta “vita durante” su entrambi gli immobili. Adesso però siamo chiamati a dividerci anche 20.000 euro presenti in banca su un conto corrente di mio padre è 5.000 euro su un libretto di risparmio postale sempre del defunto. Con mio fratello ci siamo recati sia in banca che alle Poste per chiedere il da farsi, e in entrambi i casi ci hanno chiesto la dichiarazione di successione. Ho chiesto al mio commercialista come fare e mi ha detto che sia le Poste che la banca stanno sbagliando perché siamo nella condizione di non essere obbligati a presentare la dichiarazione di successione.

Vi chiedo se ha ragione il mio commercialista o se invece hanno ragione i direttori dei due istituti. Inoltre vi chiedo se avete un consiglio sul Come risolvere l’arcano.” 

Quando la successione non è necessaria per i soldi in banca
 

Come abbiamo detto in premessa, la dichiarazione di successione è un atto obbligatorio da parte degli eredi. Su questo c’è poco da fare perché si tratta di un adempimento che il Fisco impone dal momento che ci sono da versare le imposte di successione, quelle di registro e poi quelle ipotecare e catastali. È evidente che si tratta di imposte dovute soprattutto sulle proprietà immobiliari e non sui soldi in banca. Dal momento che il defunto ha avuto l’accortezza di eliminare dal proprio lascito agli eredi, gli immobili, il commercialista del nostro lettore ha pienamente ragione. La famiglia non è tenuta a presentare la dichiarazione di successione. Oltre che per l’assenza di beni immobiliari, anche perché si tratta di lasciti inferiori a 100.000 euro. Infatti la normativa vigente prevede l’esonero dalla dichiarazione di successione per eredità che non hanno la presenza di beni immobiliari e per eredità al di sotto di 100.000 euro di valore complessivo, anche dei beni immobiliari. 

Come sbloccare i soldi in banca senza la dichiarazione di successione
 

Per poter liberare i soldi immobilizzati alle Poste o in Banca, il nostro lettore dovrà compilare la modulistica prestabilita da banche e poste. Si tratta di una modulistica che ogni istituto può prevedere in versione differenti. Ma non cambia la sostanza perché si tratta di autocertificazioni con cui gli interessati segnalano di non essere tenuti alle dichiarazioni di successione e di essere nel pieno diritto della legge, di ereditare i beni del defunto.

Devono indicare con precisione ed esattezza la composizione del cosiddetto asse ereditario, cioè tutti gli eredi che hanno diritto a rivendicare una quota del lascito del defunto. Sarà poi a cura di banca e Poste verificare tramite le banche dati dell’Agenzia delle Entrate la veridicità di quanto dichiarato dagli eredi.  

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