La crescita dei tassi di interesse già attuata dalla BCE a partire da luglio, sta comportando un aumento anche dei tassi di mercato praticati dalle banche sulle operazioni di cessione del credito edilizio da bonus 110, bonus ristrutturazione, bonus facciate, ecc.
Se per il superbonus, il fatto che l’agevolazione sia pari al 110% del costo dei lavori permette di evitare l’eventuale riaddebito di ulteriori oneri finanziari rispetto all’aumento dei tassi di mercato, la stessa cosa non si può dire per gli altri bonus edilizi, per i quali i contribuenti dovranno sostenere non solo un aumento del costo dell’operazione di cessione del credito ma anche il pagamento di eventuali oneri di attualizzazione.
Vediamo di cosa si tratta e chi potrebbe essere interessato dagli aumenti.
Lo sconto in fattura per il superbonus e gli altri bonus edilizi
Grazie allo sconto in fattura, il contribuente può ristrutturare la propria casa beneficiando in unica soluzione dell’agevolazione prevista dallo Stato per quei determinati lavori. Infatti, l’opzione per lo sconto in fattura permette al contribuente di non pagare quei lavori coperti dall’agevolazione; dunque l’impresa emette la fattura al contribuente applicando uno sconto pari alla detrazione allo stesso spettante. In cambio l’impresa ottiene l’incentivo fiscale che a monte sarebbe spettato al committente e può decidere di utilizzarlo per pagare imposte e contributi, in f24 si risparmia, o di cederlo a banche o altri intermediari finanziari.
Lo sconto in fattura non riguarda solo il bonus 110 ma anche tutti gli altri bonus edilizi previsti dalla legge, ex art.121 del D.L. 34/2020.
L’aumento dei tassi di interesse. Ammesso anche il riaddebito degli oneri finanziari
Come accennato in premessa, l’attuale contesto economico caratterizzato dal conflitto Russo-Ucraina, ha comportato una forte inflazione e un conseguente aumento dei tassi di interesse da parte della BCE.
Oltre all’aumento dei tassi di mercato, potrebbero aumentare anche i c.d. costi di attualizzazione. Infatti, le imprese e i professionisti che applicano lo sconto in fattura hanno la possibilità di far gravare in capo ai clienti un onere finanziario che vada a coprire il fatto che in applicazione dello sconto in fattura, il recupero del compenso per le prestazioni effettuate avverrà nell’arco di qualche anno ( se non si cede il credito e lo si utilizza in compensazione per pagare imposte e contributi).
Infatti chi prende il credito, può utilizzarlo alle stesse condizioni di utilizzo previste per il contribuente, dunque per quote annuali. Proprio per ripagarsi dell’utilizzo dilazionato del credito e l’eventuale perdita di valore del credito stesso, l’impresa può richiedere al committente di pagare ulteriori oneri finanziari.
L’aumento dei tassi di interesse potrebbe portare anche ad un aumento di tali e ulteriori oneri finanziari.