Anticipare qualche anno di pensione quando i figli sono piccoli: ecco il vero aiuto per le mamme lavoratrici

La proposta del M5S per agevolare l’accesso alla pensione alle donne lavoratrici con figli è inutile e inefficace. Ecco perché.
2 anni fa
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Pensioni a 66 anni nel 2025 molto più facili da centrare per chi ha avuto dei figli, perché nel sistema contributivo le agevolazioni ci sono.

Una proposta per tutelare maggiormente il lavoro (e la pensione) delle donne arriva dal Movimento 5 Stelle. Riguarda l’uscita anticipata per chi fa figli con sconti sull’età pensionabile. Ma qualcosa già esiste.

Del resto siamo in campagna elettorale e le proposte per accaparrarsi voti a destra e sinistra non mancano. Ma questa del M5S sembra non fare breccia fra le lavoratrici, anche perché – in questo senso – le donne appaiono già tutelate.

Lo sconto pensione per le donne con figli

Il nostro ordinamento previdenziale prevede già degli sconti sui requisiti di pensione per le donne con figli.

Si pensi anche solo alla pensione di vecchiaia a 67 anni che prevede uno sconto di 4 mesi per ogni figlio a carico. Con un massimo di 8 mesi per una uscita anticipata a 66 anni a 4 mesi.

Inoltre, per le donne lavoratrici con una pensione contributiva pura il “bonus” aumenta. In base alla riforma Dini del 1995 si può arrivare fino a uno sconto massimo di 12 mesi (4 mesi per ogni figlio). Per usufruire di questa possibilità, però, bisogna aver versato contributi solo ed esclusivamente a partire dal 31 dicembre 1996.

Ma anche Ape Sociale già prevede uno sconto per le donne lavoratrici. E’ prevista una riduzione dei requisiti contributivi pari a 12 mesi per ciascun figlio nel limite massimo di 2 anni. A seconda dei casi, pertanto, la pensione può essere concessa anche con 28 anni di contributi (anziché 30) o con 34 anni (anziché 36).

Una proposta inutile

Se, infine, teniamo in considerazione che per le lavoratrici esiste anche Opzione Donna, la proposta del M5S risulta inutile. Il che denota da parte del movimento una scarsa conoscenza della normativa previdenziale italiana.

Oltre a ciò, le lavoratrici madri fanno sapere di non essere interessate ad essere maggiormente tutelate in età pensionabile, ma durante l’età lavorativa. E’ lì scattano le discriminazioni e le vessazioni nei confronti delle lavoratrici, nel momento in cui si assentano dal lavoro per maternità.

Se, quindi, qualcosa si vuole fare per le donne, questo va fatto durante il lavoro non al momento del pensionamento quando i figli sono adulti e indipendenti. La proposta del M5S è pertanto inutile, anche perché già esistono norme che favoriscono le mamme che vanno in pensione.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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