Bonus 200 euro partite iva. Mentre si attende la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta ufficiale, dovrebbe arrivare in questa settimana, in molti stanno già verificando il rispetto delle condizioni per richiedere il bonus. Infatti, il testo del decreto circola sul web da diversi giorni e i requisiti di accesso al bonus sono oramai noti a tutti.
Uno dei paletti da rispettare per l’accredito sul conto corrente del bonus 200 euro riguarda il reddito.
Infatti, colui che richiede il bonus deve avere un reddito complessivo 2021 non superiore a 35.000 euro.
Tale requisito deve essere rispettato anche dai titolari di partita in regime forfettario. Vediamo, passo dopo passo, come deve verificare il limite di reddito l’impresa o il professionista in regime forfettario.
Il bonus 200 euro per le partite iva
Sembrava non arrivasse più invece, con quasi due mesi di ritardo, il Ministero competente ha approvato il decreto attuativo del bonus 200 euro per le partite iva. Il bonus è stato introdotto con l’art.33 del DL 50/2022, c.d decreto Aiuti. Lo stesso decreto rimandava ad un ulteriore provvedimento con il quale fissare le regole di accesso al bonus 200 euro.
Ebbene il provvedimento attuativo probabilmente in questa settimana sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il testo è pronto ed è già passato dalla Corte dei Conti per la bollinatura.
Il bonus 200 euro spetta a:
- imprese individuali e professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’INPS, nonché
- ai professionisti iscritti alle casse private.
Il bonus va richiesto al proprio ente previdenziale di appartenenza. Deve prestare attenzione chi è iscritto a più casse di previdenza.
Possono presentare domanda per il bonus 200 euro coloro che: hanno un reddito complessivo 2021 non superiore a 35.000 euro, risultano iscritti alla cassa previdenziale di riferimento già alla data del 18 maggio, giorno di entrata in vigore del decreto Aiuti.
I limiti reddituali e il calcolo del reddito per i forfettari
Abbiamo detto dunque che possono accedere al bonus 200 euro titolari di partiva iva con un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro.
Il limite di 35.000 euro va controllato al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali dovuti per legge. Non concorrono al reddito complessivo: i trattamenti di fine rapporto comunque denominati, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.
Dunque, non deve essere considerato solo il reddito dell’attività d’impresa o professionale svolta.
A ogni modo, i forfettari, devono calcolare il reddito derivante dalla propria attività in base alle regole ordinarie di calcolo previste per il proprio regime fiscale di appartenenza.
Dunque, il reddito sarà così calcolato:
- si individuano i ricavi o i compensi conseguiti nel 2021,
- si applica a tali ricavi/compensi, il coefficiente di redditività previsto per quel tipo di attività svolta.
Ad esempio, per le attività professionali il coefficiente di redditività è pari al 78%; per gli intermediari del commercio è del 62%, ecc. Dunque, con compensi/ ricavi 100, avrò rispettivamente un reddito di 78 0 62.
Da tale reddito possono essere dedotti i contributi previdenziali dovuti per legge.
Così deve essere individuato il reddito derivante dalla propria attività ai fini del bonus 200 euro. Se oltre a svolgere attività con partita iva, il contribuente ha anche altre entrate, dovrà considerarle per il calcolo del reddito complessivo ai fini del bonus 200 euro. Così ad esempio, se ha dei guadagni mensili da affitto, questi concorrono alla soglia delle 35.000 euro. Anche se la tassazione dell’affitto avviene in regime di cedolare secca.