Bitcoin bond rinviato ancora una volta in El Salvador

El Salvador rinvia per l'ennesima volta la prima emissione al mondo di Bitcoin bond. Il paese naviga in cattive acque finanziarie.
2 anni fa
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Bond Bitcoin, emissione rinviata ancora

Non ci sarà nemmeno a settembre la prima emissione al mondo di Bitcoin bond. Lo stato di El Salvador ha rinviato agli ultimi mesi dell’anno il debutto, sebbene ormai da tempo gli osservatori internazionali dubitino che vi sarà mai. Un anno fa quasi esatto – era il 7 settembre del 2021 – Bitcoin divenne ufficialmente valuta legale nel paese centroamericano, su volontà del presidente Nayib Bukele, ratificata dal Congresso. Da allora, la banca centrale ha acquistato più di 2.300 Bitcoin, spendendo circa 104 milioni di dollari.

Alle quotazioni attuali, valgono poco più di 45 milioni. In pratica, il portafoglio ha perso quasi il 60% del suo valore.

Crollo dei bond El Salvador

I Bitcoin bond furono annunciati nel novembre dello scorso anno. Consistono in emissioni di 10 miliardi di dollari in 10 anni, di cui 1 miliardo raccolto con la prima di quest’anno e della durata decennale. Tali obbligazioni offriranno una cedola fissa lorda del 6,50%, ma il vero appeal per gli investitori arriverebbe dall’impiego di metà dei capitali in Bitcoin per almeno cinque anni. Decorso tale periodo, i guadagni realizzati dal disinvestimento sarebbero girati agli obbligazionisti.

A conti fatti, la scommessa diventerebbe ogni giorno più azzardata. Ieri, il bond salvadoregno a 10 anni offriva un rendimento all’incirca del 36% dopo avere perso il 70% in sedici mesi. Affinché l’acquisto in Bitcoin bond abbia senso, dunque, oggi come oggi la “criptovaluta” dovrebbe rendere non meno del 30% all’anno. In pratica, dovrebbe smettere di sostare intorno ai 20.000 dollari per tornare a correre. Non è facile capire se accadrà. Le mutate condizioni globali del mercato non depongono a favore di investimenti massicci in asset rischiosi.

La scommessa di El Salvador

A cosa servirebbero i Bitcoin bond? A finanziare la costruzione di Bitcoin City, un’area alle pendici del vulcano nel nord-est del paese, in cui il business sarebbe esentasse, IVA a parte. Bukele punta a trasformare El Salvador in una patria del “mining”, grazie anche all’energia geotermica di cui disporrebbe grazie alla presenza del vulcano.

Tuttavia, la scommessa è vista molto negativamente dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), che la ritiene una spada di Damocle sui conti pubblici. L’istituto stima un rapporto debito/PIL al 95% entro il 2026.

Il paese è indebitato per 23 miliardi di dollari, di cui 800 milioni da rimborsare nel 2023. In estate, il governo ha annunciato il riacquisto dei bond in scadenza tra il 2023 e il 2025. I prezzi, precipitati a livelli infimi, da allora hanno iniziato a riprendersi vigorosamente, anche sull’invito di Morgan Stanley a comprare bond di El Salvador. Ad esempio, il bond in scadenza nel gennaio prossimo è schizzato da meno di 62 a oltre 88 centesimi, segnando un rialzo superiore al 40%.

Rischi dei Bitcoin bond

Uno dei problemi tecnici per i Bitcoin bond consiste nel rendere possibile la tokenizzazione attraverso la piattaforma Bitfinex. Essa consentirebbe tra l’altro la suddivisione del titolo in importi unitari molto bassi. Il fatto che l’ammontare complessivo sia di 1 miliardo non scoraggerebbe il mercato. Ad esempio, Dogecoin è stata in grado di ottenere una capitalizzazione di mercato per 48 miliardi.

Ma i Bitcoin bond restano il pomo della discordia con l’FMI. Finché il governo non avrà compiuto passi indietro sulle emissioni, così come sul fatto che Bitcoin sia valuta legale, difficile che otterrà aiuti in forma di prestito entro i prossimi mesi. Il mercato teme proprio che il paese sia lasciato privo di assistenza finanziaria e sconta elevate probabilità di default. Le agenzie di rating suonano l’allarme con giudizi molto bassi e in calo: CCC+ per S&P, CCC per Fitch e Caa3 per Moody’s.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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