Al voto del 25 settembre 2022 è legata anche la sorte del reddito di cittadinanza 2023. In quella data gli italiani saranno chiamati a scegliere il nuovo Parlamento. A seguire sarà formata la nuova squadra di governo.
Il destino del sussidio voluto dal Movimento 5 Stelle dipenderà proprio da chi salirà a governare il nostro Paese. Il rischio che venga cancellato è concreto. E se non sarà cancellato, comunque, elevata è la probabilità che sia modificato.
I partiti politici impegnati in campagna elettorale hanno diverse idee in merito nel proprio programma elettorale.
Reddito di cittadinanza, cosa non ha funzionato
Il reddito di cittadinanza ha rappresentato (e continua a rappresentare) un’importante forma di aiuto per quelle famiglie in difficoltà economica. Nuclei familiari in cui non c’è persona che lavora e che presenta una situazione reddituale disagiata.
Fortemente voluto dal M5s, il sussidio doveva essere accompagnato da politiche attive di lavoro. I percettori del reddito dovevano essere re(inseriti) al lavoro. La cosa, tuttavia, non ha funzionato come doveva.
Oggi il reddito di cittadinanza esiste ancora ma i posti di lavoro non sono stati creati. A ciò poi si sono aggiunte anche le numerose truffe scovate dalla Guardia di Finanza. Percettori del sussidio che in realtà non ne avevano i requisiti. Oppure beneficiari che oltre a percepire il reddito di cittadinanza lavoravano (in nero).
Quale destino dopo le elezioni
La misura voluta dai penta stellati potrebbe ora avere i mesi contati. I candidati alle elezioni del 25 settembre prossimo hanno idee diverse.
Il Centrodestra, ad esempio, è per il mantenimento del beneficio ma non com’è oggi. Il reddito di cittadinanza andrebbe modificato inserendo misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro.
Questo significa anche che gli attuali percettori potrebbero vedersi portare via il beneficio a causa proprio di queste nuove misure che potrebbero essere introdotte.
Sempre all’interno del Centrodestra poi, Salvini (Lega), propone che il sussidio sia erogato solo a determinate categorie di soggetti come, ad esempio, disabili e ultrasessantenni.
Anche il Partito Democratico sulla stessa linea del Centrodestra. Mantenere la misura ma intervenire sulle politiche del lavoro. Nettamente contrari, quindi favorevole alla cancellazione completa, gli esponenti di Italia Viva (capeggiata da Matteo Renzi). Questa volontà trova conferma nel referendum che lo stesso Renzi voleva indire per chiedere agli italiani chi era favorevole o meno all’eliminazione della misura.
Certo è che se il reddito di cittadinanza dovesse essere cancellato o modificato a rischiare saranno tutti gli attuali percettori e anche chi vorrebbe fare domanda solo dopo la tornata elettorale. Pochi, invece, potrebbero essere i casi in cui il reddito di cittadinanza resta sicuro per il 2023.